giovedì 19 aprile 2012
DOSSIER UGDA : L'Italia degli Orrori " I Canili Lager"
"Per la falsa difesa degli animali sono stati gettati tanti
soldi, e tanti se ne gettano, il che ricade, come
responsabilità, sulla politica, l’amministrazione e il
giornalismo, mentre la vera difesa
degli animali è un
interesse sociale, eticamente corretto"
(Davide Giacalone)
CHI E’ E COSA FA UGDA
UGDA E' UN COMITATO REGOLARMENTE COSTITUITO CON SEDE LEGALE A ROMA C/O STUDIO LEGALE DELL'ARMI
COME OPERA PRIMARIA DI VOLONTARIATO, offre consulenza legale gratuita a tutti i cittadini, iscritti e non iscritti,
in difficoltà nel far rispettare i diritti degli animali, grazie a un team di avvocati volontari
tra i quali abbiamo il grandissimo onore di annoverare
l'Avv. Giulia Ombretta Bamonte,
l'Avv. Anna Maria Dell'Armi
e
l'Avv Loretta Fè Garosi
LEGGE 281/91: “CANILI, LUOGHI DI TUTELA E TRANSITO”
LAGER – VERGOGNA!!!!
SONO TANTI, TROPPI i canili LAGER d'Italia! Nonostante le leggi, le denunce, le proteste popolari
in crescita esponenziale quello dei canili privati e pubblici continua ad essere un business di troppe
'persone' che sulla pelle degli animali guadagnano milioni di euro provenienti dal gettito fiscale dei
contribuenti.
Oggi UGDA si fa portavoce di tantissimi cittadini per chiedere che tutto ciò finisca al più presto,
che i responsabili vengano severamente puniti e i canili lager chiusi per sempre!
che significato ha un' esistenza spesa da recluso impaurito terrorizzato affamato ferito, in un
canile lager, un'esistenza inesistente, senza valore ma fonte di profitto per l'aguzzino? Che rimane
spesso, troppo spesso impunito, a fare commercio di creature?
E con le asl e i sindaci che si voltano dall'altra parte? Solo dolore
Come le denunce degli uomini di buona volontà che si susseguono dal 1991, da quando è entrata
in vigore la legge 281, che tutela il benessere animale.
L’indifferenza copre misfatti, reati e pene. Basta !
Una sola parola: vergogna ! Le vittime sono senza giustizia
CANILI : CHI FA AFFARI CON I RANDAGI
CANILI = BUSINESS
- SULL’ABBANDONO DEGLI ANIMALI SI È INNESTATO UN GIRO D'AFFARI STIMATO INTORNO AI
500 MILIONI DI EURO: ALCUNI PRIVATI HANNO COSTRUITO LA LORO FORTUNA GRAZIE A
CONVENZIONI MILIARDARIE CON AMMINISTRAZIONI LOCALI COMPIACENTI, SPESSO
AGGIUDICATE CON GARE D’APPALTO AL RIBASSO D’ASTA, ALLE QUALI CORRISPONDONO
STRUTTURE FATISCENTI, VERI E PROPRI LAGER DOVE È IMPEDITO L’ACCESSO A CHIUNQUE E
DA DOVE I CANI NON USCIRANNO MAI.
- IL CONTRIBUTO ECONOMICO ELARGITO PER OGNI CANE PUÒ VARIARE DA 2 A 7 EURO AL
GIORNO.
- IL PRIMO DATO IMPRESSIONANTE NEI CANILI GESTITI PER LUCRO È QUELLO DELLA
MORTALITÀ, CHE ARRIVA FINO AL 60% DEI CANI OSPITATI.
- I CASI DI MALTRATTAMENTO SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO: IN UN CANILE SONO STATE
FOLGORATE LE CORDE VOCALI DI 190 CANI PER OVVIARE ALL’INQUINAMENTO ACUSTICO,
SENZA CHE QUESTO GRAVE FATTO ABBIA POI IMPEDITO, SOLO POCHI MESI DOPO, IL
RINNOVO DELLA CONVENZIONE
I CANILI ITALIANI SONO LA MAGLIA NERA DELL’EUROPA
- I CANILI SPESSO SONO SOVRAFFOLLATI, ABUSIVI O PRIVI DI AUTORIZZAZIONE SANITARIA.
- BOX PRIVI DI COPERTURA, ANIMALI ESPOSTI 24 ORE SU 24 A INTEMPERIE O SOTTO IL SOLE
COCENTE
- CARENZA O ASSENZA TOTALE DI CIBO CON CONSEGUENTE SBRANAMENTO
- CIBO AVARIATO E SCADUTO
- MANCANZA TOTALE DI UN PROGRAMMA DI STERILIZZAZIONE
- INCENTIVATE LE GRAVIDANZE PER VENDERE I CUCCIOLI
- ALTISSIMO IL TASSO DI MORTALITA’ ALL’INTERNO DELLE STRUTTURE
- MANCANZA TOTALE DI PROFILASSI SANITARIA
- CANI TROPPO SPESSO DENUTRITI CON EVIDENTI SEGNI DI INCURIA (ALOPECIA, DERMATITI,
OTITI, PIAGHE DA DECUBITO, FILARIA, LEISHMANIA, PARASSITI) E DI MALTRATTAMENTO.
CANI STRESSATI, IMPAURITI E CON GRAVI PROBLEMI MOTORI DOVUTI A MANCANZA TOTALE
DI ATTIVITA’ DI SGAMBAMENTO.
- DISINCENTIVATE LE ADOZIONI
- VIETATI GLI INGRESSI ALLE ASSOCIAZIONI
- VIETATI GLI INGRESSI AI CITTADINI
- VOLONTARI PICCHIATI E MINACCIATI DI MORTE
- CANI ACCALAPPIATI PIU’ VOLTE PER INCASSARE QUALCHE EURO IN PIU'
- CANI PRESENTI NELLE STRUTTURE UTILIZZATI PER COMBATTIMENTI E VIVISEZIONE
- SCAMBI DI MICROCHIP
- COMUNI INADEMPIENTI
- ASL, SINDACI E ASSOCIAZIONI SPESSO COMPIACENTI
- LEGGE QUADRO 281 DEL 1991 SULLA TUTELA E BENESSERE DEGLI ANIMALI E
REGOLAMENTI REGIONALI COMPLETAMENTE DISATTESI
PITT CIECA LASCIATA LANGUIRE NEL BOX SENZA ALCUNA CURA
CANE FERITO CHE ASPETTA
QUALCUNO A DIFENDERLO SI ENTRA SOLO ACCOMPAGNATI DALLE FORZE
DELL’ORDINE. ADOZIONI RARISSIME, I CANI NON ESCONO MAI.
LA VETERINARIA CHE
VISITERA’ QUESTO CANE, NELLA SUA RELAZIONE, PARLERA' DI CRUDELTA' ; A MESI
DAL SEQUESTRO I CANI HANNO CONTINUATO A MORIRE DI FAME E DI MALATTIA
NESSUNO POTEVA ENTRARE A CONFORTARLI,SFAMARLI,CURARLI !!!|
CHE PENSIERO SI PUO’ ESPRIMERE NEL VEDERE CALPESTARE UNA VITA IN TALE
MODO?
SI CHIAMA CIVILTA’ QUESTA?!?
LA MAGREZZA E LA DOLCEZZA DI LARA :TESTIMONIANZA DI UNA VOLONTARIA
"Sono stata stamattina ad accompagnare una amica che ha recuperato un cane da un canile sotto
sequestro. Siamo andate lì con una volontaria della leda, c'era anche la proprietaria denunciata
per maltrattamenti, operatori della asl , 30 dei circa 80 cani ricoverati lì in condizioni assai precarie
sono stati già affidati, ma la situazione è disastrosa; noi oltre a prelevare il cane abbiamo portato
otto sacchi da 30 chili di croccantini, senza trovare peraltro cibo da nessuna parte di questa
“struttura”. I cani erano affamatissimi, si sono avventati sul cibo. Non avevano acqua nelle ciotole;
in compenso in ogni “box”, per usare un eufemismo, c’era acqua in abbondanza per i nubifragi in
corso nella regione, e molti di loro erano sui tetti delle cucce per non affogare; molti cani hanno
malattie dermatologiche, anche gravi, stamattina tre dei più gravi (uno cieco, una anziana e un
piccolo nato con la rogna da una madre con rogna - perché va detto che la signora li faceva anche
moltiplicare), la cosa che tengo a dire, è che la sorte dei cani non interessa a nessuno, qui
abbiamo asl, animalisti, comune e ciò malgrado il groviglio istituzionale farà morire di fame i cani
di questo altro lager, che è sì sotto sequestro, ma il modo in cui sono tenuti i Cani prova che a oggi il problema resta.
Quindi, occhio: sì ai sequestri, sì alla legge , ma qualcuno
pensi a questi che sono esseri viventi e devono mangiare, bere, essere puliti; mi sono chiesta per
tutta la mattina per quale motivo i cani non venivano lasciati liberi, almeno non sarebbero
annegati in quella sottospecie di luridi box!
Quando ho cercato di capire i motivi di tutto ciò con gli operatori della asl, mi hanno detto che loro
non possono far altro che compilare carte e documenti, per la verità però prima di andar via
hanno duramente strigliato la signora denunciata, che, va detto, è al suo terzo sequestro, intanto
però la mia amica si è addentrata nei viali di questo indicibile posto e ha visto dei cuccioli!!!! Il che
significa che i cani continuano a moltiplicarsi….
prima del sequestro i cani mangiavano una volta alla settimana. All’ispezione rinvenuti cadaveri nei
box "
13 giugno 2008 – e’ finito l'incubo per 134 cani, grazie all'azione del nirda, dopo anni di
segnalazioni e denunce da parte di associazioni locali e cittadini, che protestavano con il comune e
con la asl per l’esorbitante numero di cani morti e maltrattati nel canile comunale, il nirda (nucleo
investigativo per i reati in danno agli animali) del corpo forestale dello stato ha sequestrato la
struttura, su disposizione del sostituto procuratore ; maltrattamento di animali, detenzione
incompatibile con la loro natura, omissione di atti d’ufficio e peculato !questi i reati finora
contestati ai cinque indagati, fra i quali spicca il nome del veterinario che gestiva il canile, mentre
l’autorità giudiziaria sta ancora verificando responsabilità omissive o dirette fra i vertici
dell’amministrazione comunale e dell’azienda usl.
molti animali costretti ad abbeverarsi con l’'acqua piovana, vertiginoso il tasso di mortalità e molti i
casi di “scomparsa” o furto di animali denunciati dal gestore, in canile non c'’erano ciotole,
spazzole, corde, collari, guinzagli e nessun altro strumento di uso comune in qualsiasi rifugio,
canile o casa privata ove sia presente anche un solo cane, il che dimostra che i poveri “ospiti” non
erano oggetto di alcun tipo di cura o attenzione; e’ stato necessario nell’'immediatezza prelevare i
sette cuccioli presenti e berta, una cucciolona in evidente stato di sofferenza e presente con loro
nel box e ricoverarli per le prime cure: tutti erano in stato di denutrizione ed affetti da
conseguente rachitismo.
CAMPANIA
Cane morto nel box, gli si contano le ossa: il reportage è intitolato "canile di ……: il canile della
morte".
“… la telecamera arriva lì dove gli animalisti dicono che il gestore della struttura "vieta a chiunque
di entrare"; i box sono pieni di fango ed escrementi. A terra carcasse di animali morti. Nei secchi
di abbeveraggio acqua putrida. Un meticcio nero di grossa taglia non riesce ad entrare nella sua
cuccia, il suo corpo è lacerato da piaghe, le sue orecchie sono diventate nido per le zecche, altra
cuccia, altra ripresa…”. (fonte il Corriere del Mezzogiorno).
Catturati con violenza e abbandonati a sé stessi in attesa del forno crematorio.
"accalappio e incenerisco! Ecco il metodo del gestore"
CANI MORTI ED INCENERITI N. 2.711 CANI AFFIDATI n. 124
IN MEDIA I CANI MANGIANO 0,25 GRAMMI DI CROCCHETTE AL GIORNO!!!!!
LOMBARDIA –
“NEI BOX IN LUGLIO, NON C’ERANO LE CIOTOLE DELL’ACQUA” RACCONTA UN
TESTIMONE.
MOLTE LE DENUNCE PRESENTATE AGLI ORGANI COMPETENTI RIMASTE SENZA
RISPOSTA
LA MAGGIOR PARTE DEI CANI DEL PAVESE ESCE CON LA FILARIA AD ALTISSIMI
LIVELLI
PER ADOTTARE UN CANE BISOGNA PRESENTARSI CON LE FORZE DELL'ORDINE !
LAZIO -
QUESTO CANE VERRA' TROVATO AVVELENATO COME … QUESTO:
PUGLIA
200 CANI VIVONO IN MEZZO A VETRI E FERRI ARRUGGINITI, IL GESTORE DI QUESTA
STRUTTURA PERCEPISCE DAL COMUNE UNA CIFRA BASSISSIMA.
MORIRE SENZA
COLPA E CON UNA SOLA CAREZZA RICEVUTA…
I RANDAGI SONO LE VITTIME DEL RANDAGISMO NON LA CAUSA ! ! !
CONDANNATI A MORTE DALLA INDIFFERENZA DELL’UOMO E DELLA INADEMPIENZA DELLE LEGGE
CANE AMMALATO DI TUMORE
CANE COMPLETAMENTE CIECO
EMILIA E ROMAGNA -
TESTIMONIANZA DI CHI LÌ DENTRO QUEL GIORNO C’'È STATO:
trovato un cane morto dentro un capannone recintato e lucchettato, le ringhiere dei box taglienti,
arrugginite con spuntoni, divisori in amianto, ciotole per l'acqua sporche con dentro il verde o
senza acqua, crocchette senior per cuccioli, condizioni igieniche impressionanti, dimensioni box
5x1,5 metri con dentro 2 cani di taglia grande e una sola cuccia per 2 cani sbranati con ferite
aperte.”
PUGLIA -
UNA DOB AMMALATA
IL CANILE SANITARIO E RIFUGIO DI MANDURIA (TARANTO), SEQUESTRATO A FEBBRAIO 2009 È
STATO DATO IN CUSTODIA GIUDIZIALE AL CARNEFICE. LE SUE VITTIME SONO 274 CANI. NEL
CANILE TUTTORA NON SONO AMMESSI VOLONTARI.
IN QUESTI LUOGHI, NESSUNO PUÒ ENTRARE NE’ TANTOMENO FOTOGRAFARE
Le fotografie sopra riportate provengono da varie inchieste fatte negli anni, ma sono di
un’attualità spaventosa perché dall’indagine di Panorama del 2005, passando per la
Padania, Repubblica, L’Espresso e Bailador … nulla ad oggi è cambiato !
PURTROPPO QUESTO E MOLTISSIMO ALTRO ANCORA CON UNA SEMPLICE RICERCA:
“CANILI LAGER” IN GOOGLE.
ARTICOLI
–
BAILADOR
-
LA PADANIA
-
REPUBBLICA
-
L’ESPRESSO
CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO I CANILI LAGER ITALIANI
28/10/2009
CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO I CANILI – LAGER ITALIANI
I CANILI – LAGER ITALIANI
LA “GOMORRAH” ANIMALE
LA PARTE DI “GOMORRAH” CHE SAVIANO NON HA RIPORTATO NEL SUO LIBRO
Ad Agosto di quest’anno sono stato contattato da tre ragazze, avevano letto una lettera che scrissi
a un teologo cattolico riguardante la sofferenza animale. Mi domandarono di aiutarle. Incontrai le
ragazze a vicino a Roma. Registrai tutto quello che dicevano. Le ragazze, poi, mi mostrarono delle
foto e io, per poco, non vomitai per l’orrore che vidi. Ero scioccato, profondamente scosso. Le foto
erano assolutamente orrende. Provai una profonda vergogna. Quello che mi sorprese fu che le
ragazze dissero che le persone che lavoravano nei canili erano ricattate; se dicevano qualcosa su
quello che accadeva nei canili avrebbero trovato la porta sbarrata. Domandai siamo in Colombia o
in Italia? Che diavolo state dicendo?
Le ragazze risposero: le donne che denunciano questi orrori rischiano la vita. Il giro d’affari dei
lager è troppo grande. Presi le foto, registrai quello che dicevano e creai con alcuni amici un sito
web.
Noi italiani andiamo in giro dicendo al mondo che possediamo tra il 40% e il 70% dei tesori del
mondo (in effetti è solo il 4,8%), che abbiamo incalcolabili monumenti, cattedrali, chiese, abbazie,
musei, siti archeologici. Nell’Italia della “bella vita”, di Armani, di Valentino, della Ferrari, della
cucina sontuosa dei vini deliziosi, del grande cinema, dell’arte, delle splendide spiagge, dei laghi
gloriosi, ho scoperto l’esistenza dei canili – lager. Devo essere stato cieco a non immaginare un
simile orrore. Nel mezzo di tutta questa bellezza esiste lo schifo di come trattiamo gli animali e
(omissis) i media ma mai, mai puntano il dito verso l’orrore che infliggiamo agli animali.
Gli animali in Italia non esistono. Siamo al livello della Spagna e della Grecia. Siamo nel G8, nel
G20, siamo la quinta potenza mondiale per alcuni e la ventesima per altri, raccontiamo al mondo
intero che siamo un faro di civiltà, parliamo continuamente di Impero Romano, del Vaticano, del
Rinascimento, di Michelangelo, Raffaello, Venezia, Roma, e viviamo con la vergogna dei canili
lager.
Analizziamo la radice del problema.
Siamo una nazione che ogni anno abbandona oltre 135.000 cani e gatti. Ci sono 600.000 cani che
vagano liberi nel suolo patrio e solo il 33% è accalappiato e portato nei lager. Le Regioni che
hanno più randagi sono: Puglie: 70.600; Campania: 70.000; Sicily: 68.000. Calabria 65.000; Lazio:
60.000. Il Sud, come si può vedere, è la parte d’Italia più esposta a questo problema. Il Sud è
anche l’area, con il massimo livello di corruzione e criminalità (Omissis) e zoo mafia
E ora i canili – lager.
La radice del problema è che noi abbandoniamo cuccioli nelle autostrade. Abbandoniamo cani e
gatti come lattine di birra usate e schiacciate. L’altro anno abbiamo abbandonato 90.000 gatti e
45.000 cani.
Quest’anno solo nel mese di Giugno abbiamo abbandonato, 65.000 gatti e cani. Questa è la radice
del problema. Ma fate attenzione: l’abbandono crea fortune. Rende la gente ricca. E così si
approda alla mercificazione dell’animale vivo o morto.
Lasciatemi spiegare, brevemente, come opera la mente di un proprietario di un canile-
lager.
Entriamo nella sua psiche. Questo è quello che vi suggerirebbe se volete creare un
canile – lager.
Prima di tutto scegli – preferibilmente – un territorio dove la legge è uno scherzo. Il Sud è
perfetto.
Le aree di Benevento, Campobasso, Caserta, Irpinia, le regioni del Molise, della Sicilia, della
Basilicata,
della Calabria, sono ideali per questo lavoro. Scegli un area di intenso abbandono degli animali
La Campania è perfetta (si legga il libro di Saviano o si prende il CD Gomorra di Matteo Garrone
dal vostro “video shop” locale e si capirà di cosa si parla)
Assicurati di avere solidi contatti: centro, sinistra o destra non conta.
Diventa amico dei parroci. Dona generosamente alle chiese locali.
Assicurati di avere una statua di padre Pio a casa tua. Evita come la peste San Francesco. Amava
gli animali. Non fa per noi.
Una volta che hai solidi contatti cerca di apparire come un benefattore. Come Marlon Brando nel
“Padrino”.
Fatto questo, costruisci un canile in posto desolato e distante. Assicurati che sia in un area non
facilmente accessibile.
Assicurati che il canile, come molti canili in Calabria, abbiano alte mura. Silenzio e privacy sono
assolutamente determinanti per la riuscita dell’operazione. Come nei lager nazisti la visibilità non
deve essere permessa. Altrimenti gli animalisti ti rompono le scatole. Sono matti e malati.
Quando il canile è pronto impiega – preferibilmente – lavoratori extracomunitari che puoi
controllare affinché non parlino. Se parlano creano grandi problemi. Se parlano licenziali e
denunciali per farli rispedire nel loro paese.
Quando il canile è pronto fai un accordo con i comuni dell’area (nel caso del notorio canile di
Cicerale, non lontano dai tempi di Paestum, 97 comuni sono coinvolti nell’operazione)
Usa il tuo carisma. Olia la macchina. Elargisci tangenti. Fai contratti solidi. Scegli il partito più forte
ma tratta anche con l’opposizione.
Assicurati di avere buone relazioni con il magistrato locale.
Stabilisci solidi contatti con le multinazionali internazionali della vivisezione. Vendere randagi ai
Mengele
del mondo animale rende molto.
Ora puoi andare ad accalappiare cani. Più accalappi e più guadagni.
Ogni cane che accalappi sono 50 euro più una parcella mensile o annua che stabilisci con i vari
comuni.
Sii furbo: accalappiamenti, più mantenimento, più morte dei cani con incenerimento equivale a un
bel mucchio di euro. Segui un ritmo fluente: più cani vivi o morti, più verdi dollari!
Assicurati che:
Un controllo nazionale dei canili non sia mai operante. O siamo fregati.
Non ci sia un CCTV, una telecamera a circuito chiuso, nei canili.
Le visite siano proibite così che nessuno sappia quello che accade dentro al canile
La sterilizzazione non sia eseguita in maniera adeguata. Le sterilizzazioni devono essere minime
così nascono cuccioli ed entra altro denaro.
I controlli medici non siano adeguati, anzi inesistenti
Le ASL veterinarie siano assenti, meglio se corrotte, così potrai assicurarti che scrivano sempre
rapporti falsi dicendo che tutto va bene.
Il microchiping sia impiegato in maniera limitata.
Chi vuole avere un cane non lo adotti, meno cani hai nel canile, meno soldi guadagni. Ricordati: le
adozioni sono fatali per i guadagni. Trova tutti i cavilli possibili per non concedere adozioni.
Gli animalisti siano sotto schiaffo e ricatto: “Se dici a qualcuno quello che accade qui trovi la porta
chiusa.
Questa è casa nostra” Se gli animalisti si avvicinano qualcuno esca con un fucile.
Nessuno sappia che i cani muoiono, e se un cane muore evita di denunciare la morte così continui
a ricevere i contributi.
Che il canile sia sempre pieno di cani; se hai troppe adozioni assicurati che le cagne facciano
cuccioli.
Nessuno provi compassione, sono solo animali che non hanno un’anima immortale. Chiedi al prete
locale e te lo spiegherà.
Non ti preoccupare:
Del numero di animali nelle gabbie;
Del controllo medico;
Delle condizioni fisiche degli animali;
Del fatto che i ratti mangiano dalle scodelle dei cani;
Dei cani ciechi che muoiono di fame perché non trovano le scodelle;
Dei cani che si divorano tra di loro;
Dei cani con le corde vocali tagliate, senza occhi e senza zampe;
Dei cani con le zampe amputate e con orrende ferite;
Dei cani che girano continuamente su stessi nella gabbia;
Dei cani feriti, massacrati e morenti;
Dei cani malati di malattie tremende e morenti per cancro;
Dei cani che gli attivisti portano a passeggiare e che quando ritornano nel canile ululano disperati;
Della mortalità che ha raggiunto il livello di 97% (come nel notorio canile – lager di cicerale);
Del fatto che gli animali non escono dalla loro gabbia per 14 o 15 anni;
Del fatto che i cani nati nelle gabbie muoiono nelle gabbie;
Dei media: ai giornalisti non frega nulla dei cani si preoccupano solo delle donne di Berlusconi;
Degli animalisti: sono vergognosamente divisi. vogliono farci condannare ma la politica ci
difenderà.
La legge e il potere dei politici fermerà tutto.
Non preoccuparti:
Delle ispezioni ministeriali, il potere politico ci difenderà con i suoi contatti romani e fermerà ogni
azione.
Dei documenti di denuncia: possono sparire come i documenti di Cicerale che si sono dissolti
nell’aria.
Dei carabinieri e della polizia: vengono vanno e non fanno niente. Siamo ben protetti.
Dei magistrati. Offri un lavoro a un loro parente.
Se le autorità chiudono il canile. Sii furbo come Cafasso che ha portato i cani da Cicerale a Cirò
Marina in Calabria, a 400 chilometri di distanza.
Quando sposti cani da un canile all’altro: malati, morenti o ciechi ammassali tutti in un grande
camion staranno bene. E se muoiono è la volontà dio Dio: è il Signore che concede e toglie la vita.
Concludo raccontando due storie:
La prima riguarda il familismo degenere, la seconda è orrore puro.
Il proprietario del canile di Cicerale è Cafasso. Uno degli uomini più odiati dagli animalisti del
nostro Paese. Questa è la rete che ha creato per coprire l’operazione. Cafasso era un consigliere
della comunità montana di Torre Orsaia, il sindaco e l’ex sindaco di Cicerale erano parte
dell’operazione, il giudice Martuscelli passava le solite sentenze assolutorie: come le tre scimmie:
non vedo, non sento, non parlo; Nese, il direttore della notoria ASL – 3 aveva la moglie del giudice
tra i suoi dipendenti. Un nipote di un giudice faceva l’accalappiatore per Calasso. I Carabinieri e i
Nas erano, per ovvie ragioni, incapaci di intervenire. Una rete di famiglie, collusioni e silenzio
Risultato? Il cucciolo che vedete nella foto:
http://www.lasaggezzadichirone.org/site/wp-content/uploads/2009/10/cucciolo.jpg
L’altra storia riguarda la città di Modica in Sicilia.
Nel marzo del 2009 un bambino di 10 anni, Giuseppe Brafa, venne ucciso da un branco di randagi
nel quartiere di Scicli, nella città di Modica, non lontano da Ragusa. La popolazione era ovviamente
scioccata, ma nessuno spiegò che la ragione della morte del bambino era causata dal fatto che in
Sicilia c’è una massa di incivili bastardi che abbandonano oltre 68.000 cani all’anno. Questa era la
ragione di quello che accadde. La ragione fu che i cani non vennero catturati, portati nei canili e
adottati. I cani non sono randagi per loro scelta: non originano dal puro nulla. Un prete, Don
Salvatore Cerreto, cominciò a predicare contro gli animali nella chiesa di San Giorgio, a Modica.
“Viviamo in una società nella società degli idoli, in cui anche gli animali prendono il posto della
persona umana” (La Repubblica 18. 3.2009) In poche parole il sant’uomo diceva che se rispetti
altre forme di vita, altri viventi, sei un pagano. Adori scimmie, pezzi di legno e simboli fallici. Dopo
il sermone la gente iniziò a formare i “lynching party” e il sindaco di Modica Antonello Buscema,
cominciò a urlare nel suo dialetto (o qualcosa simile al suo dialetto): “scendo il cane e lo sparo” E
la carneficina iniziò. Sparavano ai cani da tutte le parti. Si possono vedere foto dei carabinieri che
sparano ai cani nelle spiagge. (La Repubblica 18. 3.2009). A quel punto il Ministro dell’Interno,
Roberto Maroni, intervenne per fermare il massacro. Non si poteva ignorare quello che accadeva.
Il geniale scrittore siciliano, Vincenzo Consolo, vincitore del Premio Strega, informato dei fatti è
stato di chiarezza cristallina e ha spiegato che “gli animali sono amati da persone che vorrebbero
vedere morti gli extracomunitari” (La Repubblica 17. 3. 2009). Dai lascivi pagani siamo passati agli
animalisti neo – nazisti. Il genio siculo, erede di Tomasi di Lampedusa e Pirandello, ci ha informato
che se si rispettano altre forme di vita si diventa automaticamente degli sporchi razzisti. Non si
finisce mai di imparare in questo mondo. Una volta lessi che un consigliere palermitano, che,
incredibilmente, si chiamava Nerone, propose un accordo: la testa dei randagi (cani o gatti) in
cambio di un certa somma di euro. Mi sembra fosse di 25 euro. Così si risolveva il problema del
randagismo a Palermo. La notizia fu anche riportata dal The Indipendent inglese (“Dog’s Sicilian
enemy”)
Fu immediatamente allontanato, ma ci provò
Gandhi ha detto: dimmi come tratti gli animali e ti dirò in che nazione vivi.
In Italia abbiamo una norma della legge datata 14 agosto 1993 che stabilisce che: “i cani vaganti
ritrovati, catturati, o comunque ricoverati presso strutture non possono essere soppressi” e
l’articolo 544 del codice penale recita: “delitti contro il sentimento per gli animali” prevede che
“chiunque, per crudeltà o per necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione
da tre mesi a diciotto mesi”.
Quello che mi ha sorpreso è stato L’Espresso (1.10.2009) che ha pubblicato un reportage molto
commovente sul massacro dei delfini da parte dei pescatori giapponesi, otto pagine e foto.
L’Espresso vede l’orrore di Taiji ma non quello che avviene nel nostro paese. Cani e gatti sono il
nulla. Cinque milioni di persone hanno i cani in casa ma nessuno dice nulla.
Solo una campagna internazionale per questo tremendo problema può aiutare.
Aiutateci solo a diffondere questa notizia: non chiediamo altro.
Cliccate qui: http://www.ahimsa.it/canili gomorrah foto.html
E per favore, informate tutti vostri contatti di quello che accade in Italia.
Aiutate i cani che avete visto nel sito.
L’Italia è stata la culla d’Europa: questo non può essere tollerato.
Paolo Ricci
www.lasaggezzadichirone.org
www.nothuman.org
www.ahimsa.it
LE INCHIESTE DI REPUBBLICA
IL CASO
di MARINA CAVALLIERI
Il business dei cani randagi pagato con i soldi pubblici
Per ogni animale accalappiato e chiuso in un canile il comune di riferimento
spende dai trecento ai mille euro l'anno. Ma nella gran parte
dei casi questo flusso
di denaro non evita che i cani siano malati, malnutriti, stipati in gabbie
sovraffollate. E che alimentino un traffico imponente di finte "adozioni" che li
deporta sui tavoli della sperimentazione del Nord Europa, come ha denunciato
il
portale "il respiro.eu"
ROMA
-
Vengono reclusi in strutture fatiscenti, maltrattati e dimenticati, a volte trasferiti
clandestinamente in altri Paesi per finire nei laboratori della ricerca, oppure trasformati in cibo in
scatola o pellicce. È il busines
s del randagismo, l'affare dei canili, un traffico che si svolge con
pochi controlli. È una storia dove s'intrecciano sperpero del denaro pubblico, malasanità, criminalità
organizzata. Dove gli interessi in gioco sono più alti di quanto non si sappia e la
legge viene
sistematicamente ignorata. Alla fine il silenzio conviene a tutti. Sindaci, polizia, giudici, medici
della Asl. Tutti complici, a volte senza neanche saperlo. È l'Italia dei canili, un paese degli orrori.
Quanti sono i cani randagi e quelli ne
i canili e quanto costa allo Stato mantenerli? In tasca di chi
vanno i soldi? E quanti animali dietro finte adozioni finiscono all'estero in una tratta illecita? Il
business del randagismo e dei canili viene valutato intorno ai 200 milioni, anche se l'ulti
mo
rapporto "Zoomafia" stima il giro complessivo del traffico di cani 500 milioni di euro. Valutazioni
realistiche stimano i cani vaganti 600 mila, di cui 200 mila ricoverati nei canili, per ogni cane
rinchiuso il comune di appartenenza spende dai 300 ai 1
000 euro l'anno. Una spesa significativa che
però non mette gli animali al sicuro. Il canile non sempre è l'ultima tappa.
Il traffico e le finte adozioni
L'ultima denuncia parla di un traffico di cani e gatti all'estero,
esportazione illegale mascherata d
a finte adozioni. Gli animali finiscono nei laboratori della
sperimentazione, come cibo in scatola per i loro simili più fortunati, per fornire pellicce. É la
denuncia che arriva dal portale
"ilrespiro.eu", dove la gi
ornalista Margherita D'Amico
ha condotto
un'inchiesta che dà corpo a dubbi e sospetti che da tempo si rincorrono. "Un processo che avrà
inizio il 19 dicembre a Napoli sul traffico di cani e gatti da Ischia in Germania costringerà a non
ignorare questa realtà agghiacciante", dice D'Amico. "Spediti in carichi su furgoni, station wagon,
oppure affidati ai cosiddetti "padrini di volo", cani e gatti randagi provenienti dall'Italia, ma anche
da Spagna, Grecia o Turchia, confluiscono ogni anno nei paesi del nord
Europa, in Germania arrivano dai 250 ai 400 mila cani".
Nell'inchiesta è citata la testimonianza di Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo
associazione molto attenta all'argomento: "Finché non vedi con i tuoi occhi non capisci.
Partecipai al fermo di un carico al confine con la Svizzera: un trasportino per gatti di quelli piccoli, di stoffa,
ne conteneva nove. I cani, come di prassi in queste spaventose spedizioni, erano sedati,
imbambolati, nemmeno si tene
vano seduti. Ogni giorno mezzi carichi di questi sventurati passano la
frontiera svizzera, li vediamo, eppure non li ferma nessuno". Stipati nelle gabbie all'interno dei
veicoli, gli animali attraversano l'Italia e oltrepassano i controlli superficiali. Si
tratterebbe un giro
di denaro enorme.
"Sono finita in questa voragine a metà degli anni 90", racconta al sito ambientalista Francarita
Catelani, fondatrice di UNA
-
Uomo Natura Animali Cremona. "Dal napoletano ci segnalarono che la titolare di un'associazione tedesca
stava partendo con un carico di cani. Furono prima fermati a
Barberino del Mugello, ma la Asl li lasciò passare. Poi, a Como, lo stop. Il capo veterinario della
Asl di Como capì.
Redasse tre verbali e il giorno dopo il furgone fu scortato fino all'imbocco
dell'autostrada per Caserta".
Ma la vicenda di Como non è l'unico caso di intervento delle forze dell'ordine.
"Un paio d'anni fa ad Ancona sono stati bloccati 102 cani provenienti dalla Grecia. C'è
stato un fermo ad Arezzo sei anni fa, e ancora a Padova. E a Verona, nel 1995, si aprì un'indagine
per verificare nomi e indirizzi a cui erano stati dati in adozione 100 cani. Risultarono tutti falsi, dal primo all'ultimo". Ci sono poi le denunce dell'Enpa,
sezione di Perugia, contro 40 cani di un canile umbro adottati in Germania.
C'è infine il caso di Ischia.
"Un piccolo gruppo di volontari di Ischia per anni si oppone alle massicce esportazioni organizzate
dal canile di Forio. Solo nel 2006, a suon di denunce, gli animalisti riescono a ottenere il fermo di
un furgone e l'avvio di un'indagine assai accurata da parte della Procura di Napoli condotta dal pm
Maria Cristina Gargiulo, che si serve anche di intercettazioni telefoniche", racconta D'Amico.
La fase preliminare dell'inchiesta si conclude con il rinvio a giudizio di cinque imputati per
maltrattamento di animali, falsità ideologica e materiale, associazione per delinquere finalizzata
all'illecito traffico di esseri senzienti. "Nel frattempo, però, il r
ifugio di Forio è stato ceduto alla Pro Animale Fur Tiere in Not e. V. con sede in Germania che ha 32 punti di raccolta
e smistamento di cani e gatti in tutta Europa.
Le spedizioni di animali vengono ufficialmente interdette solo
nell'estate 2011, in attesa degli esiti del processo che avrà inizio presso il Tribunale di Napoli fra
poco più di un mese".
Adozioni all'estero fittizie, sulle quali dovrebbero vigilare le Asl. "É attraverso i loro registri, infatti,
che scorrono a centinaia, migliaia, le pratiche.
Come non insospettirsi davanti alle stesse persone
che richiedono venti, trenta, cinquanta lasciapassare per volta?".
I canili, l'orrore dietro l'angolo.
Ma qualsiasi mercato illecito è possibile perché i canili italiani
vengono gestiti senza controlli.
Se il traffico verso l'estero può essere il caso limite, c'è poi l'indifferenza di tutti
che rende possibile il degrado quotidiano. "Feriti, affetti da patologie e infezioni, malnutriti,
relegati in spazi angusti e sovraffollati, trascurati e soli: questo lo stato in cui
versano i "migliori amici dell'uomo" in molte strutture, pubbliche e private".
Questo è scritto in un documento del Ministero della Salute che ha diffuso recentemente un video dei canili peggiori
d'Italia, girato durante le ispezioni di 39 strutture da parte della task force per la tutela degli animali.
Il filmato è visibile sul sito
www.salute.gov.it.
"I canili sono un sistema che serve a far soldi.
La legge diceva che andavano creati dei rifugi e i canili dovevano rimanere solo come presidi sanitari e
luoghi di transito.
Così non è stato", spiega Rosalba Matassa, a capo della squadra formata da nove veterinari e due amministrativi.
"Dove nasce il business? I comuni invece di creare canili municipali stipulano convenzioni con
società private, spesso sono aste al ribasso, anche solo 50 centesimi al giorno per ogni cane.
Fatto l'accordo, nessuno controlla. Il sindaco ha la tutela dei cani, quindi è il responsabile ma non
risponde mai di fatto e noi non abbiamo il potere neanche di infliggergli una multa". La mappa del
degrado attraversa tutta l'Italia, al Sud la situazione è peggiore perché il business è in mano alla
criminalità ma ogni regione ha i suoi scheletri, nel senso letterale. Solo nel 2011 s
ono stati fatti 6 sequestri.
È stato chiuso il canile di Somma Lombardo dove tra i cani malnutriti c'era anche una
gabbia con due tigri e altri animali esotici.
A Terni c'è stata un'ispezione dopo varie segnalazioni di maltrattamenti, una storia lunga e
mai risolta, la Procura sta indagando. A Foligno segnalazioni per maltrattamenti. A Ceprano, Frosinone,
il canile è sotto sequestro amministrativo. Chiuso Poggio Sannita: maltrattamenti. Aragona in
Sicilia, una sorta di canile abusivo, senza legge e senza controlli, un caso di cui si parla da anni,
solo ora si sta svuotando.
Chiuso definitivamente ad aprile dopo anni di battaglie il lager per
definizione, quello di Cicereale, in Campania, diventato un caso nazionale. Dentro duemila cani, per
ciascuno la famiglia Capasso percepiva due euro al giorno. Ci sono stati anni di battaglie giudiziarie
prima della chiusura. L'unico caso in cui il ministero si è costituito parte civile.
Nei casi di sequestri la situazione che si presenta è sempre la stessa: cani schele
trici, malati, nessuna sterilizzazione, spesso promiscuità, a volte morti.
Tra i reati più frequenti riscontrati, frode, medicinali scaduti,
esercizio abusivo della professione medica.
03 novembre 2011 © Riproduzione riservata
LA PADANIA - LAGER E INCIVILTÀ, LA
MAPPA D’ITALIA
(Fonte: Chiliamacisegua)
Malitalia cristallizzata. Fotografata superbamente da Stefania Piazzo.
Null’altro da aggiungere se non il disprezzo verso l’indifferenza mostrata in questa agghiacciante
Mappa di una Italia degli orrori, da parte di chi invece, ha il dovere legale della tutela e la
salvaguardia della vita di tanti animali, creature senzienti, alle quali viene tolta ogni dignità poiché
sono soltanto un numero, un problema, una seccatura, una quisquilia. Una fonte di lucro
Un mondo dove tutto pare lecito. Anche la morte per stenti e per maltrattamento. Anche la
crudeltà più feroce. Anche l’impunità.
Rari sindaci e veterinari che si prodigano per modificare uno status quo da terzo mondo.
Null’altro da aggiungere se non il senso di una gratitudine infinita nei confronti dei volontari e
volontarie, che ridotti e ridotte con le pezze al sedere, denunciano, svergognano, lottano per
salvare almeno una vita al giorno, graffiando con le unghie quel silenzio assordante che sta
perdurando da…. secoli.
Il muro è sbrecciato.
Ora insieme dobbiamo abbatterlo.
Costi quello che costi.
Buona lettura
Chiliamacisegua
www.chiliamacisegua.org
LA PADANIA 30 GENNAIO LAGER E INCIVILTÀ, LA MAPPA D’ITALIA
Che lo si voglia o no, il corso aperto dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha rotto
l’omertà e ha dato una speranza. Uno spiraglio di umanità. Passi difficili, perché nessuno, tranne le
associazioni, il territorio, e pochi e rari sindaci, poche e rare Province, e pochi e rari veterinari
illuminati hanno compreso che la svolta è iniziata. Culturale e legislativa.
Servono almeno 20-30 anni per vedere i frutti di questi semi che soffrono di gelate. Ma la strada
è aperta, così come è stata sollevata
la pietra tombale della mafia dei canili lager, delle collusioni tra gestori privati, asl e sindaci, si è
puntato il dito sulle ingiustificate inadempienze che a tutti i livelli si consumano. Una concezione
antiquata e gretta del benessere animale abita l’intelletto di troppa classe dirigente sanitaria e
amministrativa.
Tanto, chi li tocca. La magistratura? Archivia troppo e seppellisce con le prescrizioni i reati contro
gli animali. E nessuno invia la Finanza a vedere cosa c’è nei bilanci.
Amen.
Infine, la stampa non si abbassa a studiare e investigare perché sono solo animali e il livello di
formazione culturale e attenzione del giornalismo italiano è quello che è. Da paranza.
Tuttavia una crepa nel muro di questa ideologia dell’inadempienza c’è. Sui canili lager si indaga, i
canili lager si sequestrano, dei canili si parla , si scrive. Sui reati contro gli animali, in un
susseguirsi di principi etologici incardinati nella legislazione, si procede a colpi di ordinanza, in
attesa di un ddl che pianti questo benedetto chiodo nel muro della coscienza e della legge.
Questione solo di tempo. Il lavoro svolto dalla stampa (due nomi, la Padania e Striscia la notizia e
di recente l’agenzia Geapress – il resto non esiste e se c’è copia poi torna a dormire), dalle
associazioni (Chiliamacisegua in testa forte di circa 60mila contatti in rete, in proficuo accordo con
Enpa, Lega del cane e altri), da un gruppo di sindaci che fanno scuola con il patentino e i corsi,con
le Province che segnano la strada (Perugia la più attiva d’Italia), dal ministero con l’istituzione, con
pochi mezzi e pochi soldi, ma tanto coraggio e onestà e senso dello Stato, dalla task force contro i
canili lager coordinata da Rosalba Matassa, con la supervisione del direttore generale Gaetana
Ferri, con la fondamentale presenza dei Nas, ebbene, tutto questo lavoro… si può dire poderoso e
senza precedenti. Abbiamo individuato sulla cartina dell’Italia alcune tra le più rappresentative
situazioni di criticità e illegalità conclamate. Sono solo alcuni casi. Sono solo pochi esempi. E, tra
gli esempi, abbiamo scelto questi.
Nessuno dimentica
PORTO EMPEDOCLE e il silenzio del suo sindaco ai chiarimenti del ministero sulla mattanza di cani
seviziati.
Il Molise di CAMPOBASSO detiene la palma dell’inciviltà e della durezza di comprensione dei propri
amministratori. Il lager dei lager è S. Stefano. 700 anime in pena, murate vive tra tombini che
rigurgitano acqua e feci, tra crolli e frane della struttura.
RIETI, diventata simbolo – al convegno del ministero della Salute e la magistratura –
dell’immagine del maltrattamento animale, con il cane Alina divenuto poster dell’evento, Rieti
appunto è l’altro emblema di un canile fatiscente, sorto a ridosso della vecchia struttura di amianto
mai rimosso, con un processo finito in nulla perché morire per Tanax senza motivo – per
accelerare lo svuotamento dei box e il trasferimento nella “nuova struttura”, non era ancora
reato.
È l’Italia di RIPALIMOSANI , struttura posta sotto sequestro, a ridosso del depuratore, sotto un
cavalcavia, dove non esce un cane a pagarlo…
È il Molise di POGGIO SANNITA, plurisequestrato e dissequestrato, dove i comuni non vedono e le
asl per tanto tempo non hanno voluto vedere cosa si consumasse tra le catapecchie e il cimitero di
animali interrati e gli scoli di liquami non a norma e i cavi della luce tra i liquami e la terra aperta e
gli animali malati… Fino a quando, ed è dei giorni scorsi, è intervenuta la task force (in seguito a
esposto nazionale “collettivo” organizzato da UGDA) a porre definitivamente sotto sequestro la
struttura, predisponendo una relazione alla magistratura per maltrattamento. Poggio Sannita è
però per il Molise un punto di svolta dopo il sequestro della task force assieme al nuovo
responsabile per il randagismo, Claudio Di Ludovico, di Isernia, veterinario asl di frontiera che ha
sterilizzato per 12 anni sempre con gli stessi ferri chirurgici perché nessuno gli dava fondi. Né
ascolto. Neanche il subcommissario latitante per il Molise, come si evince dai risultati del
fallimento. Più cappottini bianchi e scarpe che sostanza.
È l’Italia di RIPABOTTONI e il suo canile sanitario promiscuo e tutto il resto della struttura
all’aperto, senza riparo. Con i cani incidentati e paralizzati lasciati a morire senza cure, un canile in
appalto ad una ditta di Napoli addetta al verde.
Il Molise è però ancora MIRABELLO SANNITICO, un’altra piaga ancora da sanare. Svuotare e
legalizzare. Il Molise è la Campobasso dell’ex sindaco Di Fabio con l’ordinanza per affamare i
randagi, moda poi dilagata in tutta Italia come a SAN MARCO IN LAMIS, a uno sputo da San
Giovanni Rotondo, dove anche la pietà cappuccina non ha pietà per i cani sul sagrato, tranne un
solo frate, padre Francesco.
E, ancora, è il Molise che ha fatto trasferire con una delibera voluta dal delegato del sindaco per il
canile 300 cani a S. Giuliano Milanese per 20 anni
È ROCCA DI PAPA, un’ordinanza di sgombero dal 2005 e un niente di fatto. La task force impone
al sindaco un’ordinanza per evitare nuovi ingressi e svuotare il canile.
È TUSCANIA (Viterbo), non un’autorizzazione. Prima che arrivasse la task force andava a tutti
bene così.
È GIULIANO di Roma,sequestro, dissequestro e svuotamento del canile coordinato dalla task force.
Nonostante la difficoltà dei sindaci a capire.
È l’Italia di un allevamento prestigioso di pointer alle porte di RAVENNA , che tra loro
ingaggiavano una sorta di lotta per la sopravvivenza, su montagne di sterco apprezzate dai tanti
estimatori di questa fabbrica di campioni.
Poi che dire della COSTA SMERALDA, di come si possa morire da cani sotto il sole dei vip.
L’emblematico e crocifiggente caso di morte angosciante ad Olbia (località Monti), con un cane
agonizzate dietro le macchine da giorni sotto lo sguardo indifferente dei passanti e le parole
stizzite di chi, fuori da un negozio, era all’aperto per fumarsi la sigaretta, irritato dall’animale che si
straziava.
È l’Italia di GALEATA(Forlì), in cui nessuno ha capito che ci faccia un canile in una zona
semidesertica sulla montagna, al ghiaccio e al vento, quasi impossibile da raggiungere. Un modello
di libero accesso alle adozioni o un modello per come guadagnare chiudendo a vita i cani invisibili?
È l’Italia di RIZZICONI, 800 cani morti nel fango in pochi minuti per la piena del fiume dove sorge
il canile, costruito dal titolare-tecnico del Comune. Eppure la Lav aveva avvertito per tempo del
potenziale disastro. Che ne ha fatto la magistratura di questa strage annunciata e dei permessi per
costruire così disinvolti?
È GIOIOSA IONICA dove i bocconi killer si mettono senza pudore davanti all’asilo. Nessuna
bonifica, nessun cartello. E tutti impuniti, anche gli inadempienti.
Stessi bocconi impunti a S O V E R AT O (Catanzaro) con solo le guardie zoofile delle associazioni
a denunciare i fatti.
Sono i cani bruciati vivi a RUVO DI PUGLIA, nei poderi. Cani senza chip, randagi di proprietà del
sindaco che non sterilizza e non crea anagrafe canina. Come lui, tanti e troppi altri. Ovunque.
È il modello PESCHICI, in Puglia, con una dozzina di cani chiusi a chiave nel centro del paese da
un “matto” del posto, che toglie l’impiccio e il pensiero dei randagi al sindaco e ai carabinieri e ai
vigili urbani.
È la Puglia di MANDURIA, un canile con 100 decessi l’anno e 250 presenze. Tutto regolare.
È TRICASE, un lebbrosario di canile, pagato, servito e riverito. Tutto regolare.
È l’Italia del sindaco di SESTO S. GIOVANNI, che per due centesimi trasferisce i cani dal canile di
Segrate della Lega del cane, dove le adozioni sfiorano il 98%, alla struttura di Pantigliate, dove le
adozioni sfiorano percentuali da prefisso telefonico, una fabbrica che accumula randagi a colpi di
appalti al ribasso d’asta nei comuni. E che di recente ha avuto autorizzazione per diventare più
grande.
È LIPARI e i suoi randagi a catena dallo sfasciacarrozze, un canile di favore, finito col
trasferimento dei 21 animali a Taurianova. Nessuna voglia del Comune di prevenire il randagismo
e costruire strutture, si sbologna il sacco.
È SIRACUSA una città che non ha ancora un canile sanitario.
È PAT E R N Ò , dove i cani avvelenati finiscono nel secchio, in strada. Sterilizzazioni al palo. Da
analfabeti in Sicilia l’applicazione dell’ordinanza contro i bocconi killer.
È l’Italia, eccoci qua, di CICERALE, nella Campania dove tutto è possibile, in cui la veterinaria
pubblica, sancisce il ministero, non è in grado di garantire la salute pubblica visti i deficit di
controlli (allevamenti, alimenti, salmonellosi, randagismo). Cicerale è il primo caso nella storia
d’Italia in cui il ministero si è costituito parte civile contro la struttura in cui i cani entravano e
uscivano dal camino, camino indicato dalla polizia anche come luogo per smaltire la droga da
Napoli fin lassù, nel luogo più impervio e dimenticato da dio. Un’ispezione della task force nel 2009
pone fine al gioco, ma il gioco delle continue autorizzazioni concesse dall’asl Salerno 3
imbarazzano il mondo civile. E al via del processo per maltrattamento, per ben due volte è
un nulla di fatto perché i carabinieri non riescono a trovare il gestore, che, tuttavia,
continua ad essere trovato dall’asl e a vincere di conseguenza appalti per accalappiare
ed estendere la propria attività anche in Calabria.
È ATRIPALDA , dove i sindaci dimenticano di pagare la retta e lasciano finire sott’acqua cani e
struttura per giorni e giorni.
È AGROPOLI e un allevamento abusivo con la prova del reato bruciata dall’asl Salerno 3, come
documenta l’ispezione della task force.
È MARIGLIANO, tutto ok per l’asl ma non per la task force, tanto da veder confermato il sequestro
in procura.
È CAMPOLATTARO e 40 cani avvelenati in due notti. Referti? Tutto da chiarire….
È la deportazione in Calabria dei cani della B A S I L I C ATA , al massimo ribasso ma con un
appalto da 3,2 milioni di euro.
È poi l’Italia di SOMMA LOMBARDO e delle tigri rinchiuse al Dog’s Ground, un canile anche zoo….
nel varesino.
È la GORNATE OLONA dei cuccioli importati dall’est, prigionieri prima e prigionieri dopo il
sequestro, lasciati in balia del medesimo proprietario da una magistratura che ne impediva le
uscite, le cure e le adozioni. Ne morivano 15, gli altri venivano lasciati nella rogna.
È il canile di S. Lorenzo a PEGOGNAGA (Mantova), in cui non tornano i conti tra cani presenti e
fatture e microchip.
È il Friuli e il trasferimento dell’asl di cani e gatti di proprietà in un canile senza autorizzazioni.
È l’Abruzzo di COLLELONGO e SANTE MARIE, per tetto l’eternit e l’acqua che diventa ghiaccio
,oggetto di un’ispezione della task force per prescrivere misure urgenti per la sopravvivenza dei
cani. L’asl non sapeva?
Non sapevano nulla della strana moria di cani anche a CREMONA, 6mila, inceneriti, e che
arrivavano da tutta Italia. L’agghiacciante quadro della fabbrica del Tanax evidenziata da un
veterinario forense ha sancito anche casi di morte forzata di cani tenuti legati pur di somministrare
loro la morte. E guadagnare per ogni cane bruciato. L’Olocausto.
È MONTICHIARI e la lettera del sottosegretario Martini alla Regione per il rispetto delle norme
sull’allevamento nella multinazionale dei cani da vivisezione Greenhill.
È l’Italia di Napoli e di Ponticelli, isola di legalità sfrattata a ripetizione dal Comune inadempiente
che rinnega le promesse variando il piano regolatore. È intervenuta la task force per mediare dopo
più di un decennio di latitanza sindacale.
È sempre la Campania con ALTAVILLA e le ambigue sterilizzazioni non autorizzate dal ministero
con le fascette elettriche. Poi, il sindaco prepara l’ordinanza per rimettere in libertà i cani del canile
sulla strada.
È la Sicilia di MODICA e SCICLI, della morte di un bimbo per cani che (forse) appartenevano ad un
uomo privo di tutte le facoltà mentali ed economiche e che tuttavia era stato indicato dalla procura
come idoneo a custodire i cani, idoneità della struttura giudicata positiva senza varcare la soglia
anche dai veterinari asl. Sindaco rinviato a giudizio assieme a tecnici e vigili.
E levata di scudi contro la Padania e il sottosegretario che aveva fermato, col Viminale, la
mattanza dei cani decisa dall’ordinanza del sindaco inadempiente. Chi dimentica?
È MESSINA e l’ispezione della task force nei locali dell’ex facoltà di Medicina. Tutto da rifare.
Fascicolo aperto.
È l’Italia di VILLACIDRO e il blocco del trasferimento senza ragione a un canile di Olbia.
È la Puglia dei sindaci leccesi che manifestano la volontà di svuotare i canili facendo uscire i cani
custoditi.
È ARAGONA e anni di baracche zeppe di cani sulle spalle di un’ottantenne malata, situazione alla
quale si sta venendo a capo dopo l’intervento ripetuto della task force.
E’ FROSINONE e il sequestro di 70 cani di razza in un «contesto spaventosamente lordo»,
sequestrati e dopo 5 giorni restituiti alla stessa proprietaria da un altro magistrato.
È MATERA e i cani rubati dai cinesi nei poderi per farne uso improprio. La Matera anche
sgomberata dalla task force nei siti archeologici improvvisati a canile.
È una pet therapy con animali esotici e di bassa corte ai quali segano ali e becchi per “curare” i
pazienti. Il magistrato archivia.
È VIGUZZOLO e le prescrizioni dimenticate nel cassetto dell’ssl e riscoperte dai nas.
Altrimenti…ciccia?
È l’Umbria di TUORO al Trasimeno, agriturismo e allevamento con cavalli sotterrati, eliminati
perché inidonei all’agonismo; l’Umbria di TERNI con un fascicolo ancora aperto; l’Umbria del canile
e gattile di FOLIGNO, ancora sotto inchiesta da parte della task force. È il caso di MAGIONE, con lo
sgozzamento islamico del capretto sul terrazzo e i tempi lunghi per intervenire.
È un assaggio di malitalia, la cura è la legge.
s.piazzo@lapadania.net;
(70 – continua)LA GIORNATA DELLA MEMORIA PER QUELL’AGNELLO SACRIFICALE
Che differenza c’è tra un furgone che carica i malati di mente e l’uomo che li lascia senza cibo, né
acqua, macerati per giorni nelle proprie feci, e un furgone che carica cani randagi, con meta
finale, per entrambe, l’inceneritore ?La morte accomuna questi destini e la barbarie accomuna il
comune denominatore che lega un olocausto umano alla distruzione degli esseri viventi: il
disprezzo per la vita. La morale è che ciò che è improduttivo non ha valore legale né merita un
dibattimento ma solo archiviazione e prescrizione dei termini. E dove si può, l’eliminazione fisica.
Forse un giorno ci sarà anche la giornata della memoria per i cani, i gatti, i cavalli e altri animali
vittime della crudeltà, chi morto infilzato da qualche parte per gioco, chi bruciato per diletto, chi
trascinato da un’auto sino ad usura delle membra, chi avvelenato per brama di bava umana. Chi
aperto su un tavolo per esperimenti. Chi costretto a ballare con l’anello al naso. Forse, è meglio
morire subito passando per il camino. Non c’è pietà. I kapò sono ancora con noi. Gli animali sono i
deportati del terzo millennio. Questa certezza greve accompagna tutti i giorni chi volge lo sguardo
verso i loro occhi. Basta solo pescare ogni giorno nel mucchio per trovare la follia dell’uomo e
l’ignavia della giustizia e scegliere un caso a caso. Non una condanna esemplare. Rarissime le
risposte dai comuni e dalle asl. Italia paese dei lager, smascherato pezzo per pezzo dal
volontariato, da la Padania, dalle associazioni che documentano la catena degli orrori, denunciato
e ispezionato per merito di Francesca Martini e della sua task force ma l’Italia è e resta il paese dei
lager animali, con il Sud capofila della barbarie e dell’inciviltà. Condanne? Si contano su una mano.
(Stefania Piazzo)
OLTRE AD ESSERE TROPPO FREQUENTEMENTE I PRIMI A IGNORARE LE LEGGI A TUTELA DEGLI ANIMALI IN GENERALE E DEL RANDAGISMO
IN PARTICOLARE, SPESSO ANCHE CONNIVENTI CON STRUTTURE SPAVENTOSE SONO SINDACI, ASL VETERINARIE E POLIZIA MUNICIPALIZZATA ! ! !
LA PADANIA
Viaggio nell’Italia bestiale di Stefania Piazzo
SETTANTESIMA PUNTATA
LAGER E INCIVILTÀ, LA MAPPA D’ITALIA
Mafia, connivenze, ignoranza, è l’Italia dei
canili. E non solo
Canile abusivo di
Poggiosannita
(IS)
-
sequestro ottenuto dopo esposto “collettivo” nazionale proposto e organizzato da UGDA
Sindacati ispettivi Sen.Cesarino Monti
–
Canili lager /Poggiosannita
Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4 -05167
Atto n. 4
-
05167
Pubblicato il 17 maggio 2011
Seduta n. 552 MONTI
-
Al Ministro della salute.
- Premesso che:
pur essendo passati vent'anni dall'entrata in vigore della legge n. 281 del 1991 a prevenzione e
tutela del randagismo, la situazione degli animali vaganti, cani ma anche gatti, in Italia non può
dirsi certo risolta, anzi il fenomeno in alcune regioni ha avuto una crescita esponenziale divenendo
una vera e propria piaga sociale;
secondo stime autorevoli i cani randagi in Italia sono quasi 1.000.000 dei quali solo poco meno di
150.000 sono ospitati in canili attrezzati e a questo numero ogni anno si aggiungono i circa 45.000
cani degli abbandoni prevalentemente estivi;
stando a quanto pubblicato dagli organi di stampa ("Il Tempo" marzo 2009), risulta che dove la
legge a prevenzione e tutela del randagismo viene applicata (regioni del Nord Italia), il fenomeno
è quasi totalmente debellato, mentre nelle regioni del Sud la mancata applicazione delle
disposizioni legislative ha determinato una situazione assolutamente fuori controllo. Si evince dai
dati pubblicati sulla stampa che nelle regioni meridionali, infatti, non vengono attuati i piani di
prevenzione delle nascite, imposti dalla legge, attraverso le sterilizzazioni da parte dei servizi
veterinari delle Aziende sanitarie locali (ASL) a ciò preposti;
quando tale situazione sfugge al controllo provocando problemi di enorme impatto sociale come la
sicurezza sulle strade, il diffondersi di malattie, il pericolo di aggressioni di branchi incattiviti dalla
fame, dall'incuria e troppo spesso anche dalle violenze umane, si assiste a un rimbalzo di
responsabilità delle autorità preposte all'applicazione della legge, che spesso individuano nella
soppressione dei cani, (vietata dalla normativa vigente) una soluzione al problema. Vi sono, ad
esempio, alcuni amministratori locali che, trovandosi a dover fronteggiare sul proprio territorio
questa emergenza, emettono ordinanze al limite del lecito, cosiddette "affama randagi",
condannando i cani a morire di inedia. Altrettanto frequentemente alcuni cittadini si fanno giustizia
da sé in modo cruento o con esche avvelenate facendo morire gli animali tra atroci sofferenze;
la gestione locale del fenomeno del randagismo, anche nelle regioni dove la normativa nella parte
dedicata alla prevenzione del fenomeno è correttamente applicata, manifesta gravi criticità in
particolar modo nell'esercizio dei canili pubblici o convenzionati. Queste strutture sempre più
spesso sono lasciate all'abbandono ed al degrado, tanto che per l'opinione pubblica sono dei veri e
propri lager dove gli animali ospitati sono costretti a vivere in condizioni di estrema precarietà,
spaventosamente denutriti, malati, piagati, terrorizzati. La mala gestione di queste strutture e la
mancanza dei controlli sanitari, obbligatori per legge, fanno registrare un altissimo tasso di
mortalità degli animali presenti;
a fronte di questa situazione lo Stato e le Regioni stanziano milioni di euro per le sterilizzazioni, il
mantenimento e la costruzione di canili/rifugi, cifre che risultano inversamente proporzionali allo
stato di benessere e sussistenza dei cani e dei gatti come sancito dalla normativa vigente;
la regione Puglia, ad esempio, detiene la maglia nera per il proliferare del randagismo, nonostante
siano stati stanziati un milione di euro per il controllo e la tutela dei cani vaganti. Infatti, stando
sempre ai dati riportati dalla stampa, nel territorio regionale gli animali randagi vengono stimati in
numero superiore a 70.000 di cui il 50 per cento femmine non sterilizzate. L'associazione a tutela
degli animali randagi, la CICTO (coalizione internazionale contro la tortura organizzata dei cani,
che raggruppa in unica organizzazione 40 associazioni europee), ha presentato numerose denunce
alla Procura della Repubblica per denunciare la cattiva gestione del fenomeno da parte della
regione e degli amministratori locali pugliesi;
in generale, il fenomeno del randagismo sembra sempre più essere divenuto un business per le
organizzazioni criminali che speculano sugli appalti e la gestione dei canili pubblici o convenzionati;
il contributo medio di 3 euro al giorno per ogni cane fa entrare nelle casse di un canile 1.095 euro
annui. Se un canile ospita 400 cani (numero ampiamente superato nella maggior parte dei canili
del Sud) la somma ammonta a 438.000 euro annui,
l'interrogante chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda fornire i dati reali del fenomeno del randagismo nel Paese divisi
regione per regione, individuando le zone territoriali dove vi siano maggiori criticità;
quali provvedimenti intenda adottare per garantire che i finanziamenti finalizzati al contrasto del
randagismo non siano preda di speculazione da parte delle organizzazioni criminali, attivando,
nell'ambito delle proprie competenze, un monitoraggio della situazione attuale con l'obiettivo di
rimuovere le evidenti criticità al fine, da un lato, di contrastare la crescita esponenziale del
fenomeno a garanzia della sicurezza dei cittadini e, dall'altro, di salvaguardare la tutela e la salute
degli animali nel Paese.
Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06880
Atto n. 4-06880 Pubblicato il 15 febbraio 2012 Seduta n. 675 MONTI Cesarino
-
Ai Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della giustizia. - Premesso che:
la situazione delle scandalose condizioni dei cani nel rifugio abusivo di Poggio Sannita (Isernia) è
stata, per diversi anni, oggetto di attenzione da parte di numerosi cittadini, impegnati nella tutela
dei diritti degli animali, che in vario modo hanno ripetutamente inviato aiuti di ogni genere ai cani
in difficoltà senza, però, aver assistito ad un minimo miglioramento delle loro condizioni di vita;
nei primi giorni di dicembre 2010 fu pubblicato nel web un album intitolato "La villa dei cani morti
viventi", con fotografie terribili di cani in pessime condizioni di salute e di denutrizione. Tale album
suscitò l'indignazione di una moltitudine di cittadini che, coordinati dal comitato nazionale UGDA
(Ufficio garante degli animali) al quale si erano rivolti, si attivarono con esposti depositati presso
diverse Procure sul territorio nazionale;
in seguito alla diffusione della notizia di una tale mobilitazione generale, riportata anche da
numerosi mezzi di informazione del Molise, una consigliera del Comune di Poggio sannita denunciò
a mezzo stampa, prima in forma anonima e successivamente a proprio nome, anche un vero e
proprio cimitero di ossa nel terreno circostante la "villa dei cani morti viventi", con una stima di
centinaia di cani sepolti e di un rilevante disastro ambientale;
sempre nel mese di dicembre 2010, Edoardo Stoppa, di "Striscia la Notizia", fece alcune riprese
che andarono in onda in due spezzoni;
in data 20 gennaio 2011, per iniziativa del Ministero della salute, ci fu un blitz che determinò il
sequestro amministrativo sanitario della struttura abusiva e fu nominato un referente per il
randagismo nella regione, nella persona del dottor Claudio Di Ludovico;
in seguito fu emessa un'ordinanza sindacale che proibiva al gestore di introdurre altri cani e
obbligava a rispettare il piano concordato con il comitato nazionale UGDA per svuotare la struttura
abusiva dal maggior numero di cani nel minor tempo possibile;
nel piano di rientro dal debito sanitario della Regione Molise fu inserita la condizione che si
superassero tutte le criticità dei canili lager ancora attivi sul territorio regionale e, tra questi, la
cosiddetta villa dei cani morti viventi;
nonostante le ripetute proteste del comitato, ai cani sotto sequestro furono applicati i microchip a
nome del gestore della struttura, che in seguito continuò a opporre resistenza al piano di
svuotamento, non permettendo al dottor Di Ludovico e al comitato UGDA di prelevare i cani per le
cure, le sterilizzazioni e le numerose richieste di adozioni giunte nel momento di massima visibilità
dell'emergenza;
dal dicembre 2010 i cani di Poggio Sannita continuano ad essere sfamati, solo per dovere morale e
civile e non per un obbligo legale, unicamente dal comitato UGDA, con il contributo dei propri soci,
di cittadini e di associazioni impegnate anche a garantire le loro adozioni;
attualmente l'associazione non ha più fondi per sfamare i cani intestati a chi gestiva la struttura
abusiva che, quindi, avrebbe l'obbligo della loro cura e del loro mantenimento, ma che, invece,
non ha mai provveduto ad un adeguato stato di benessere e sussistenza degli animali,
si chiede di sapere:
per quale motivo ai cani di una struttura abusiva posta sotto sequestro amministrativo sanitario
siano stati applicati i microchip a nome dei gestori e non del sindaco, nonostante l'impegno
assunto da UGDA e da altre associazioni a svuotare la struttura e la disponibilità a collaborare, a
tal fine, con il primo cittadino, e chi abbia dato tale ordine;
se risulti al Governo l'ammontare dei fondi stanziati dal bilancio della Regione Molise per il
randagismo e in quale modo vengano utilizzati, considerato che la situazione del randagismo nella
regione è totalmente fuori controllo;
quali siano e a chi siano imputabili le responsabilità che negli anni hanno portato all'emergenza di
Poggio Sannita.
Competenze e responsabilità
Sindaci e ASL
veterinarie
sono i primi
responsabili degli orrori dei canili lager
a volte per insensibilità e ignoranza delle leggi, ma molto più frequentemente, come sopra dimostrato, per lucro
e connivenze che portano i primi a utilizzare in modo improprio il denaro dei contribuenti destinato
alla prevenzione e alla tutela del randagismo e le seconde a certificare uno stato di “benessere e sussistenza” dei cani,
ma anche dei gatti delle strutture, non rispondente allo stato reale di sofferenza degli animali.
A ciò si aggiunge diffusamente anche l’ignoranza delle leggi a tutela degli
animali e il lassismo di certi comandi di polizia municipalizzata che non affiancano,
ma anzi scoraggiano o ,peggio ancora, vessano il cittadino determinato a segnalare e denunciare !
Valutazioni legali AVV. GIULIA OMBRETTA BAMONTE
IL CITTADINO ANIMALE!
“ GLI ANIMALI SONO INDIFESI: E’ DOVERE ISTITUZIONALE E SOCIALE TUTELARLI !!”
Nelle case 44 milioni di amici
In Italia gli animali domestici sono circa 44 milioni, secondo un’indagine dell’Eurispes.
Guidano la classifica i pesci d’acquario che si calcola siano circa 15 milioni e 800 mila. Seguono gli
uccelli che sono 12 milioni e 100 mila, poi i gatti che sono 7 milioni e 400 mila e infine i cani che
raggiungono quota 6 milioni e 900 mila. Moltissimi anche i roditori, 500 mila circa, mentre un altro
milione e 400 mila e' rappresentato da altri animali.
• 44 milioni gli animali nelle case degli italiani
• 35% le famiglie che ospitano cani e gatti
• Decine di migliaia gli animali abbandonati ogni anno
• 2 milioni i randagi
• 4mila incidenti stradali causati dai randagi
Per gli organizzatori di combattimenti tra animali:
• reclusione da 1 a 3 anni e multa fino a 160.000 euro per gli scommettitori;
• reclusione da 3 mesi a 2 anni e multa fino a 30.000 euro.
Inasprite da un terzo alla metà le pene previste per chi organizza spettacoli che comportino
sofferenze per gli animali.
Diviene sempre più importante ridefinire globalmente questo forte rapporto uomo-
animale riducendo la discrasia tra il dettato normativo e la loro CONCRETA
applicabilità da parte di tutte le parti coinvolte.
Sicuramente Ci sono stati a livello normativo momenti molto importanti per l’evoluzione
zooantropologica nel nostro Paese.
In Italia vigono delle normative, anche in recepimento di quelle Europee, che : " sanzionano
penalmente qualsiasi comportamento lesivo del benessere animale e che dopo il recupero di
qualsiasi cane sul territorio vanno verificate le sue condizioni sanitarie, poste in atto le adeguate
terapie se l'animale e' malato e, ogni qual volta possibile, favorita l'adozione".
Sono stati sanciti e riconosciuti alcuni precisi diritti di tutela e compiti istituzionali, ne riportiamo
per brevità solo alcuni, quali :
RATIFICATA ANCHE DA PARTE DELL’ITALIA DELLA CONVENZIONE EUROPEA PER LA
PROTEZIONE DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA . LEGGE ENTRATA IN VIGORE IL 04/12/2010.
legge 281/91 randagismo: Principi generali
1. Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna
gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine
di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute
pubblica e l'ambiente.
e Maltrattamento degli animali: legge 189/04 che
RICONOSCE GLI ANIMALI SOGGETTI DI DIRITTO!!!
"TITOLO IX-BIS - DEI DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO PER GLI ANIMALI
Art. 544-bis. - (Uccisione di animali). - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte
di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi.
Art. 544-ter. - (Maltrattamento di animali). - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona
una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori
insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno
o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate
ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
"Art. 727. - (Abbandono di animali). - Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano
acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000
a 10.000 euro.
Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e
produttive di gravi sofferenze".
Legge quadro randagismo
Legge quadro n° 281 del 14 agosto 1991 in materia di "Animali di affezione e prevenzione
del randagismo" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 30 agosto 1991
Fondi per la prevenzione e lotta al randagismo
Ministero della Salute - Decreto 13 maggio 2005 "Determinazione dei criteri per la ripartizione
dei fondi per la prevenzione e lotta al randagismo, previsti dalla legge del 29 dicembre 2003, n.
376" pubblicato sulla GU n. 169 del 22-7-2005
Identificazione e registrazione popolazione canina
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali - "Ordinanza 6 agosto 2008 Ordinanza
contingibile ed urgente concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione
canina" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20-8-2008
Ordinanza 16 luglio 2009: tutela e il benessere degli animali di affezione
“Ordinanza contingibile ed urgente recante misure per garantire la tutela e il benessere degli
animali di affezione anche in applicazione degli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 12 aprile
2006, n. 163. (09A10570)” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 207 del 7
settembre 2009
Ordinanza 21 luglio 2009: manifestazioni con impiego di equidi
“Ordinanza contingibile ed urgente concernente la disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o
private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente
autorizzati. (09A10569) ” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 207 del 7 settembre
2009
Maltrattamento degli animali: legge 189/04
Legge n. 189 del 20 Luglio 2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali
nonchè di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate"
Coordinamento forze dell'ordine contro i maltrattamenti
Ministero dell'Interno Decreto 23 marzo 2007 "Individuazione delle modalita' di
coordinamento delle attivita' delle Forze di polizia e dei Corpi di polizia municipale e provinciale,
allo scopo di prevenire e contrastare gli illeciti penali commessi nei confronti di animali" pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 104 del 7-5-2007
Maltrattamenti e funzioni di PG: nota del Ministero dell'Interno n. 1795 del 15 Ottobre
2005 La vigilanza sul maltrattamento degli animali da affezioni spetta anche alle Guardie
Volontarie ai sensi della Legge n. 189/2004. E per questa particolare attività gli operatori onorari
possono avvalersi della qualifica di Agente e Ufficiale di Polizia Giudiziaria
Enti destinatari di animali sequestrati
Ministero della Salute - Decreto 2 novembre 2006 "Individuazione delle associazioni e degli enti
affidatari di animali oggetto di provvedimento di sequestro o di confisca, nonché determinazione
dei criteri di riparto delle entrate derivanti dall'applicazione di sanzioni pecuniarie" pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 19 del 24-1-2007
Decreto legislativo 151/07 trasporto animali
Decreto legislativo 25 luglio 2007, n. 151 "Disposizioni sanzionatorie per la violazione delle
disposizioni del regolamento (CE) n. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le
operazioni correlate", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 212 del 12-9-2007. Entrata in vigore:
27/9/2007.
Modifica ordinanza bocconi avvelenati
Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali "Ordinanza 19 marzo 2009 Modifiche
all'ordinanza 18 dicembre 2008 del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali,
recante norme sul divieto di utilizzo di detenzione di esche o di bocconi avvelenati" pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4-4-2009
Ordinanza 2009: tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani
Ordinanza 3 marzo 2009 "Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela
dell'incolumita' pubblica dall'aggressione dei cani" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale
n. 68 del 23 marzo 2009,
INOLTRE
1. l’introduzione del microchip come unico sistema ufficiale di identificazione dei cani, a decorrere
dal 1° gennaio 2005;
2. la creazione di una banca dati informatizzata, su base regionale o provinciale;
3. l’attivazione di una banca dati nazionale istituita presso il Ministero della salute (anagrafe canina
nazionale), alla quale confluiscono i dati delle anagrafi regionali. Tale sistema nazionale consente
la restituzione al proprietario degli animali che si sono perduti, il monitoraggio della popolazione
canina e del rilascio dei passaporti, concorrendo così a ridurre i cani vaganti e prevenire il
fenomeno degli abbandoni.
Giuridicamente i canili sono passati da un compito di emergenza ad una funzione non
solo di asilo per i cani randagi, di controllo epidemiologico, ma più globalmente a rappresentare
una risposta ad una esigenza territoriale che implementi il più possibile i rapporti con il consesso
civile, che assolva compiti educativi, sociali, favorisca le adozioni.
Deposta la logica detentiva, il Canile DEVE AVERE:
le caratteristiche tipiche dell’ architettura sociale/urbana ;
la funzione di realizzare un ambiente confortevole, assicurando il benessere per gli animali ospitati
e per le persone.
Lo scopo di incentivare le adozioni;
l’ottimizzazione dell’interazione tra Istituzioni e volontariato.
Il modo per realizzare questi obiettivi deve tener conto di una serie composita di elementi che
vanno resi sinergici e non antagonisti tra loro, tramite l’utilizzo di un’attenta analisi sia delle
strategie, dei criteri da utilizzare e delle risorse, non solo finanziarie, da impiegare. Necessaria una
visione programmatica d’insieme, i cui vari ambiti devono essere in grado di rendere continua la
filiera di prevenzione all’abbandono, di mantenimento dei cani ospitati, di sovraffollamento, di
adeguata ristrutturazione dei Canili stessi e di adozione degli animali ospitati.
Il Compito riconosciuto normativamente al Canile ed al ruolo di tutte le parti coinvolte non è quello
di fermarsi al ricovero dell’animale abbandonato, ma è quello di un ruolo strategico nel controllo
del fenomeno del randagismo anche attraverso la dotazione di utili strumenti quali le asl
veterinarie, gli ambulatori, le compagne di affido e di educazione al rapporto con il proprio cane,
progetti d’informazione.
Ma il Sistema nella pratica è carente e lento nel far rispettare il dettato normativo,
forse perché la CULTURA non ha ancora focalizzato che gli Animali sono Esseri viventi e
soggetti di diritto “IL CITTADINO ANIMALE” e consente, in buona fede, che Ancora
sussistano realtà come quelle dei cosiddetti “CANILI LAGER” dove ancora si deve combattere per
far applicare il reato di Maltrattamento, nonostante copiosi mezzi di prova a carico. Dove
ANCORA a dispregio della LEGALITA’ si trae profitto dalla sofferenza di ESSERI VIVENTI
GIURIDICAMENTE TUTELATI .
Dove ANCORA Cani soffrono perché, oltre alle situazioni di carenze igieniche e strutturali
assolutamente comuni, vengono privati del diritto ad un'esistenza concretamente corretta,
nonostante i cospicui stanziamenti. Dove ANCORA Nessuno ha interesse a favorirne le adozioni,
tanto meno un'esistenza almeno serena!
L'approccio normativo italiano al randagismo incomincia ad essere anche innovativo,
ma rimane carente nella sua applicazione effettuale, non ci vuole molto per scoprire ,
valutare l’anomalo rapporto costi-benefici raggiunti … il velo sulle sofferenze, gli sprechi, le
inadempienze che caratterizzano questa ambito della società italiana.
Ripensare ad un efficace sistema dei canili vuol dire evitare dalla base il sistema randagismo come
ad esempio che il proprietario veramente identifichi il proprio animale e che le banche dati siano
reali ed in reale comunicazione tra loro.
COSTI : fonte Ministeriale conferma la necessità di linee programmatiche globali :
“I cani randagi rendicontati dalle regioni e provincie autonome sono, secondo il Ministero quasi
600.000. I cani randagi censiti dalle aziende sanitarie secondo fonti ministeriali sono 92.882 ma
mancano i dati di alcune delle Regioni tra le più interessate dal fenomeno. Ad un costo di
mantenimento giornaliero di 2,5 euro abbiamo una spesa di 84.862.500,00 euro, molti comuni
registrano una spesa di 1000,00 euro anno per cane. A questi vanno aggiunti i costi di cattura,
canile sanitario per almeno 10 giorni, identificazione, farmaci per profilassi e terapie, personale
veterinario pubblico ( lo stipendio del quale pubblicato ex legge Brunetta sulla trasparenza della
pubblica amministrazione in ogni azienda sanitaria varia dagli 80mila ai 150mila euro anno).
Se aggiungiamo al mantenimento di quelli catturati (un quinto degli stimati) i costi derivanti dai
danni che provocano in generale, sempre da fonte ministeriale, la spesa si aggira facilmente sul
miliardo di euro all'anno, senza considerare (il ministero non lo considera) il costo di danno
d'immagine ed i suoi riflessi sul turismo e l'economia. A questi costi andranno aggiunti quelli
derivanti dall'obbligo di assistenza per animali (domestici, da reddito e di specie protette)
contemplato dal nuovo codice della strada. Questi dati sono riferiti ai cani. Non sono rendicontati i
gatti ospiti dei rifugi e comunque a carico dei cittadini “
Finanziamento opere pubbliche
Il Ministero della salute, Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, vista
la disponibilità del fondo previsto dalla Legge 29 dicembre 2003, n. 376 "Finanziamento di
interventi di opere pubbliche", ha ritenuto opportuno ripartire tale fondo adottando i criteri previsti
dal Decreto Ministeriale 13 maggio 2005 “Determinazione dei criteri per la ripartizione dei fondi
per la prevenzione e lotta al randagismo” per la equa ripartizione tra le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Bolzano.
La consistenza economica della legge 29 dicembre 2003, n. 376 è di euro 9.000.000,00 di cui euro
6.000.000,00 per l’anno 2004 ed euro 3.000.000,00 per l'anno 2005.
CONTRIBUTI EROGATI
Regioni del Nord euro 3.220.000 35,77 %
Regioni del Centro euro 2.980.000 33,11%
Regioni del Sud e Isole euro 2.800.000 31,11%
In base all’articolo 1, comma 2, del decreto ministeriale del 2005 sono da attribuire contributi per:
strutture di rifugio per cani randagi;
strutture per la sterilizzazione di cani e gatti;
centri di adozione e di rieducazione comportamentale canina.
Sono pervenute numerose richieste:
Domande pervenute n. 250
Domande accolte n. 208
Domande non accolte n. 42
L’esigenza di effettuare una equa ripartizione del finanziamento tra le Regioni non ha consentito
l’accoglimento di tutte le richieste, in particolare non sono state accolte le domande che risultano
esuberanti rispetto alle altre richieste regionali.
In base all’articolo 3, comma 2 del decreto saranno da attribuire in via prioritaria:
progetti che prevedano il coinvolgimento di più enti e/o associazioni;
progetti che prevedano strutture in rete (strutture multizonali);
progetti articolati che contemplino allo stesso tempo lo sviluppo di piano di sterilizzazione e di
adozione.
Sono state accolte tutte le richieste pari o inferiori a euro 30.000. Sono state accolte tutte le
richieste delle Comunità Montane e delle Unioni dei Comuni ai quali è stata data preferenza anche
relativamente alla consistenza del contributo.
Sono state prevalentemente accolte le richieste provenienti da pubblica amministrazione: Comuni,
Province e Regioni, poi quelle di alcuni Enti protezionistici.
Le domande accolte, alle quali sono state apportate adeguate riduzioni in relazione alla
disponibilità del fondo, sono state suddivise per Regioni e Province Autonome nel cui ambito
territoriale insiste l’attività
Fondo per la lotta all'abbandono
Ogni anno, a partire dall’anno finanziario 1991, il Ministero ripartisce il fondo per la tutela del
benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia istituito dalla legge 14 agosto
1991, n. 281.
Tale ripartizione è stata effettuata per ogni Regione e Provincia autonoma in base ai criteri stabiliti
dal Decreto Ministeriale del 29 dicembre 1992:
il 42% della disponibilità in base al numero dei cani e dei gatti di proprietà;
il 33% della disponibilità in base numero dei cani e dei gatti randagi;
il 25% della disponibilità in base al numero degli abitanti delle regioni e province autonome.
I dati sul randagismo sono forniti annualmente dalle Regioni su richiesta del Ministero. Quelli
relativi all’anno 2008, sono pubblicati sul sito alla pagina Dati regionali sul randagismo.
I fondi stanziati dal 2005 al 2008 sono
Anno Fondo
2005 € 4.271.578,00
2006 € 3.998.000,00
2007 € 4.986.000,00
2008 € 3.086.085,11
A partire dal 2008 sono stati modificati con Decreto ministeriale 6 maggio 2008 i criteri di
ripartizione del fondo:
il 40% viene ripartito in quote di pari entità tra le Regioni sulla base dell'attivazione della banca
dati regionale dell'anagrafe canina in riferimento alla consultabilità per via telematica. Per la
Regione Trentino Alto Adige, la ripartizione delle quote spettanti sarà attribuita, per un pari
importo, alle province autonome di Trento e Bolzano;
il 30% viene ripartito tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in base alla
consistenza della popolazione dei cani e dei gatti con riferimento al numero di ingressi nei canili
sanitari e nei gattili;
il 30% viene ripartito tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in base alla
popolazione umana.
Il Ministero individua le quote di ripartizione.
Le Regioni e le Province autonome devono individuare, nell'ambito della programmazione
regionale, le priorità di intervento elaborando il piano operativo di prevenzione del randagismo.
Nella programmazione devono dare, come previsto dalla legge finanziaria 2007, priorità ai piani di
controllo delle nascite destinando una quota non inferiore al 60% delle risorse alle sterilizzazioni,
dove necessario, ovvero ad altre iniziative intese a prevenire il fenomeno del randagismo.
Le Regioni inviano successivamente al Ministero una relazione sull'attività svolta.
Dati regionali sul randagismo Le regioni sono tenute, sentite le associazioni animaliste,
protezioniste e venatorie, che operano in ambito regionale, ad adottare un programma di
prevenzione del randagismo. Il programma deve prevedere interventi di informazione, anche nelle
scuole, e corsi di formazione per chi opera nei servizi veterinari. Lo Stato, da parte sua, ha
istituito, con la la legge 14 agosto 1991 n. 281, un fondo per la tutela del benessere e per la lotta
all'abbandono degli animali da compagnia.
Le disponibilità del fondo vengono ripartite dal Ministro, con proprio decreto, annualmente tra le
Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Per i criteri di ripartizione consulta in
questa sezione la pagina Fondo per la lotta all'abbandono.
A tal fine le regioni trasmettono ogni anno al Ministero i dati relativi a: numero di ingressi di cani
nell’anno nei canili sanitari e al numero di gatti sterilizzati nell’anno dal Servizio Sanitario
Nazionale.
Regioni e Province Autonome Attivazione banca dati telematica Ingressi di cani nei canili sanitari
Sterilizzazioni di gatti Popolazione umana residente
(fonte ISTAT)
Abruzzo si 2.995 1.339 1.338.898
Basilicata si 1.387 191 588.879
Calabria si 0 0 2.009.330
Campania si 12.145 3.333 5.824.662
Emilia Romagna si 5.577 7.993 4.377.435
Friuli Venezia Giulia si 2.238 1.786 1.234.079
Lazio si 7.908 6.943 5.681.868
Liguria si 1.986 2.183 1.615.986
Lombardia si 13.230 7.163 9.826.141
Marche si 2.890 4.502 1.577.676
Molise si 523 142 320.229
Piemonte si 8.612 989 4.446.230
Provincia A. Trento si 7.410 630 4.084.035
Provincia A Bolzano si 2.859 153 1.672.404
Puglia si 7.868 873 5.042.992
Sardegna si 2.859 153 1.672.404
Sicilia si 7.868 873 5.042.992
Toscana si 6.701 8.433 3.730.130
Umbria si 1.451 2.137 900.790
Valle d'Aosta si 346 396 127.866
Veneto si 9.523 9.791 4.912.438
Totale 19 95.648 58.977 59.312.068
Data ultimo aggiornamento:giugno 2011
Fonte: I dati fanno riferimento all'anno 2009 e sono stati trasmessi dalle Regioni al Ministero della
Salute entro dicembre 2009 per la ripartizione dell’anno finanziario 2010
I destinatari degli obblighi di Tutela, di vigilanza, di controllo, di fare:
le leggi vigenti in materia impongono svariati Obblighi e responsabilità in litisconsorzio tra loro ai
Presidenti di Regione, Provincia, assessori alla Sanità, con specifiche deleghe, proprietari, gestori o
chiunque a vario titolo sia collegato con l’attività dei Canili, Veterinari Pubblici, associazioni.
Servizio veterinario H24, Sindaci, . in litisconsorzio con Consiglieri Comunali, Assessori ed Asl
Vaterinaria etc competenti per territorio … secondo quanto disposto dalle normative vigenti. Tra i
tanti vi e' l'obbligo di applicare il microchip a tutti cani e quello di identificare e registrare in
anagrafe i cani rinvenuti o catturati sul territorio e quelli ospitati nei rifugi e nelle strutture
convenzionate, di vigilare sul benessere degli animali presenti nelle strutture ma non solo,
principalmente trovare alternative al ricovero in canile.
La nostra è una semplice valutazione diretta delle cose, che mettiamo a disposizione delle Vs.
professionalità, sensibilità e senso di Giustizia … la VERA realtà non è quella sancita dal disposto
normativo ma quella che Vi abbiamo mostrato, quella che può riscontrasi facilmente ovunque,
anche sul web.
Il Canile deve divenire anche nel “Sentire comune” come un luogo di transito e non di
arrivo dell’animale abbandonato. Solo dopo essere entrati nel Mondo dei CANILI, nelle
GABBIE, FORSE, allora,si potrà parlare veramente di Rispetto degli Esseri VIVENTI!
AVV.GIULIA OMBRETTA BAMONTE
Richieste UGDA
-INASPRIMENTO DELLE SANZIONI PECUNIARIE E PENALI PER SINDACI E ASL VETERINARIE
-MESSA IN MORA DEI SINDACI SUL CUI TERRITORIO SIANO STATI RISCONTRATI CANILI
“LAGER”
-PROGRAMMA DI STERILIZZAZIONE OLTRE CHE DEI CANI RANDAGI PRESENTI SUL TERRITORIO
ANCHE DI QUELLI DETENUTI NEI CANILI;
.RISTRUTTURAZIONE O COSTRUZIONE DI NUOVI CANILI A NORMA DI LEGGE E CHIUSURA DI
QUELLI NON A NORMA;I CANILI DEVONO POTER ACCOGLIERE UN MASSIMO DI 300 UNITA’
-CHE I GESTORI DEI CANILI PRESENTINO CERIFICATO DI CARICHI PENDENTI, CHE ABBIANO
UNA SPECIFICA FORMAZIONE NELLA GESTIONE ANCHE AMMINISTRATIVA (ES. DIRETTORE DI
COMUNITA’)
-I CANILI DOVREBBERO ESSERE LUOGHI DI STALLO TRANSITORIO E I FINANZIAMENTI
DOVREBBERO ESSERE CONFERITI SOLO IN PROPORZIONE AL BENESSERE DEGLI ANIMALI E
SOLO CON COMPROVATA DIMINUZIONE DELLE NASCITE IN CASO CONTRARIO DOVREBBE
VENIR MENO IL DIRITTO AI FINANZIAMENTI !
.I CANILI SOVVENZIONATI CON IL DENARO PUBBLICO DOVREBBERO ESSERE INTERAMENTE
GESTITI DAL COMUNE E DA PIU’ ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ACCREDITATE. TROPPO
SPESSO VENGONO FONDATE ASSOCIAZIONI AD HOC PER LA GESTIONE DEI CANILI E DEI
FONDI AD ESSI DESTINATI ! UNA COOPERATICA DI ASSOCIAZIONI PORTA INEVITABILMENTE
MAGGIOR CONTROLLO
.OBBLIGO PER I SINDACI DI COLLABORARE CON ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER
PROMUOVERE ADOZIONI, PER CONTROLLARE E CERTIFICARE PERIODICAMENTE LA QUALITA’
DELLA VITA DEGLI ANIMALI ALL’INTERNO DEL CANILE ANCHE ATTRAVERSO VETERINARI
PRIVATI
-CHE ALLE ASSOCIAZIONI SIA GARANTITO L’INGRESSO SENZA PREAVVISO ANCHE NELLE
STRUTTURE PRIVATE E CHE TUTTI I CANILI PUBBLICI O PRIVATI ABBIANO OBBLIGO DI ORARI
DI APERTURA AL PUBBLICO. CI SONO CANILI DOVE NESSUNO RIESCE MAI A METTERE
PIEDE…CALABRIA DOCET !
- INSERIMENTO NELLA LEGGE DELLA TASK FORCE DEL MINISTERO DELLA SALUTE A TUTELA
DEGLI ANIMALI IN FORMA PERMANENTE ! CHE ESSA SIA AFFIANCATA DA SERIE
ASSOCIAZIONI COME REFERENTI SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE .LA TASK FORCE E’ L’
UNICO RIFERIMENTO PER CITTADINI E ASSOCIAZIONI
- UNA COMMISSIONE PERMANENTE DI CONSULTAZIONE PER LE MATERIE AVENTI COME
OGGETTO ANIMALI E AMBIENTE CON LA PRESENZA TRIENNALE DI RAPPRESENTANTI
QUALIFICATI IN OGNI AMBITO DEL SETTORE.
STRUTTURE SEQUESTRATE PER MALTRATTAMENTO:
-MAI RIAFFIDARE GLI ANIMALI AL GESTORE INDAGATO PER MALTRATTAMENTO E PROIBIRE
CHE LA STRUTTURA VENGA AFFIDATA O INTESTATA A FIGLI, PARENTI E AFFINI DEL GESTORE E
CHE IL MEDESIMO PAGHI DI TASCA PROPRIA, RIFONDENDO LE SOMME SPESE PER LE CURE
AGLI ANIMALI CHE ESCONO DAL SUO LAGER
-CHE IL GOVERNO IN QUESTI CASI PERSEGUA PENALMENTE I GESTORI E SI COSTITUISCA
PARTE CIVILE PER RICHIEDERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI SUBITI PER SPERPERO DI
DENARO PUBBLICO
- CHE IL GOVERNO OGNIQUALVOLTA VENGA RISCONTRATO UN CANILE LAGER VERIFICHI,
TRAMITE LA CORTE DEI CONTI CHE UTILIZZO ABBIA FATTO IL SINDACO DEI FONDI DESTINATI
AL RANDAGISMO EVENTUALMENTE PERCEPITI O, NEL CASO NON NE AVESSE FATTO RICHIESTA
ALLA REGIONE, IN CHE MODO ABBIA RITENUTO DI POTER MANTENERE GLI ANIMALI NELLO
STATO DI “BENESSERE E SUSSISTENZA” PREVISTI DALLA LEGGE !
-CHE IL GOVERNO VERIFICHI, TRAMITE LA CORTE DEI CONTI, CHE UTILIZZO FACCIANO LE
REGIONI DEI FONDI DESTINATI AL RANDAGISMO PER I QUALI NON SIA STATA FATTA
RICHIESTA DA PARTE DEI SINDACI IN OGGETTO
CONCLUSIONE: CHI CONTROLLA IL “CONTROLLORE”?
PROPOSTA UGDA
Senza un adeguato organo di controllo sindaci ASL continueranno ad essere i “padroni
assoluti” della vita e della morte di troppi animali, cani e gatti, i cui diritti sono riconosciuti
dal trattato di Amburgo e dal trattato di Lisbona in quanto “esseri senzienti” e tutelati dalle leggi
italiane(281/91 e 189/2004)
La mancata o la non corretta applicazione della legge 281/91, oltre a determinare
condizioni degli animali non degne neppure di un paese da quarto mondo, porterà il numero di
randagi a crescere in maniera esponenziale soprattutto in determinate aree d’Italia ad
altissima criticità dove già in alcuni paesi il numero degli animali vaganti sta per superare quello
dei cittadini .Tale aumento giova solo a chi del randagismo fa un business poiché offre fonte di
“materia prima inesauribile” con cui sostituire gli animali deceduti troppo spesso senza cure e tra
atroci sofferenze, per continuare a percepire sovvenzioni regionali e statali destinate alla cura e
alla prevenzione del randagismo, ma per esso non utilizzate !
I “santi” volontari sopperiscono con mezzi propri alle inadempienze di sindaci e ASL,
spesso protervi e arroganti, portando cure e cibo agli animali e quasi sempre non denunciano per
paura che venga loro negato l’accesso ai canili dove prestano l’opera ! Un ricatto, questo,
costantemente attuato da chi ha molto da nascondere , ma sa di rimanere impunito facendo leva
sul sentimento dei volontari per gli animali da loro accuditi.
A volte il sequestro, inoltre, risulta essere una cura ancora peggiore del male in quanto gli animali
vengono lasciati a se stessi, spesso a morire di fame perché l’accesso dei volontari alla struttura
sequestrata diviene ancora più problematica per via della burocrazia…
Andare a colpire i veri responsabili della piaga del randagismo e della sofferenza degli animali nelle
strutture, non solo produrrebbe il risultato nell’intento della legge 281/91, ma ottimizzerebbe
l’utilizzo del denaro pubblico stanziato da Stato e Regioni a tale scopo senza previsioni
di aumento di spesa considerato il momento non roseo per le finanze del nostro Paese, che,
comunque, annovera ben l’80% di cittadini che amano gli animali e che, grazie a internet
e al social network, sono sempre più a conoscenza della vergognosa realtà di troppi
canili italiani e che ad essa si ribellano chiedendo a gran voce un intervento politico e istituzionale !
Come primo passo per controllare il “controllore” UGDA propone il censimento di tutti i cani presenti nelle strutture
pubbliche e private ad opera di guardie eco zoofile volontarie, accompagnate dalle forze dell’ordine e senza preavviso,
provenienti da territori diversi da quelli delle strutture da ispezionare e l’istituzione a tutti i livelli, nazionale,
regionale,
provinciale e comunale del Garante dei Diritti degli Animali Domestici come previsto da diversi disegni di legge giacenti
in Parlamento e come prospettato dal sottosegretario on. Cardinale.
I cittadini chiedono a gran voce UNA figura NON politica, il CUI ruolO sia ricoperto da volontari di comprovata e
datata attività a favore dei diritti degli animali.
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano sentitamente
-gli onorevoli che ci hanno ricevuto offrendoci questa preziosa opportunita’ di portare alla
loro attenzione l’orrore perché se ne facciano portavoce presso il Parlamento
-l’associazione Chiliamacisegua e i volontari per il materiale fornito, soprattutto fotografico
- i giornalisti che si occupano del problema e che conducono questa battaglia da anni
- gli avvocati UGDA Giulia Bamonte, Anna Maria dell’Armi e Loretta Fè Garosi per le
valutazioni legali
- l’opinionista Mauro Munari per l’informazione
- tutti i soci, gli amici e i sostenitori UGDA che con costante, affettuosa presenza ci
affiancano e incoraggiano in queste nostre battaglie di civiltà e che oggi, 28 marzo 2012,
siamo qui a rappresentare
-infine, ma non certo ultimo per importanza, l’ “esercito” dei “santi” volontari che
quotidianamente, con enorme sofferenza dell’anima e del cuore, vivono in prima persona
queste terribili realtà e che, con indicibile fatica e a spese proprie, sopperiscono alle
colpevoli mancanze di sindaci e ASL veterinarie. Un grazie particolare alla nostra
vicepresidente Annalisa De Luca Cardillo in rappresentanza di tutta la categoria
Paola Suà
Presidente Comitato Nazionale UGDA
Sede Legale
c/o Studio Legale DELL’ARMI
Via Appia Nuova, 270 00183 ROMA
Tel. 3381212512
Indirizzo e-mail: ufficio.garante@gmail.com
Sito web : www.comitatougda.it
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