giovedì 19 aprile 2012

DOSSIER UGDA : L'Italia degli Orrori " I Canili Lager"

"Per la falsa difesa degli animali sono stati gettati tanti soldi, e tanti se ne gettano, il che ricade, come responsabilità, sulla politica, l’amministrazione e il giornalismo, mentre la vera difesa degli animali è un interesse sociale, eticamente corretto" (Davide Giacalone) CHI E’ E COSA FA UGDA UGDA E' UN COMITATO REGOLARMENTE COSTITUITO CON SEDE LEGALE A ROMA C/O STUDIO LEGALE DELL'ARMI COME OPERA PRIMARIA DI VOLONTARIATO, offre consulenza legale gratuita a tutti i cittadini, iscritti e non iscritti, in difficoltà nel far rispettare i diritti degli animali, grazie a un team di avvocati volontari tra i quali abbiamo il grandissimo onore di annoverare l'Avv. Giulia Ombretta Bamonte, l'Avv. Anna Maria Dell'Armi e l'Avv Loretta Fè Garosi LEGGE 281/91: “CANILI, LUOGHI DI TUTELA E TRANSITO” LAGER – VERGOGNA!!!! SONO TANTI, TROPPI i canili LAGER d'Italia! Nonostante le leggi, le denunce, le proteste popolari in crescita esponenziale quello dei canili privati e pubblici continua ad essere un business di troppe 'persone' che sulla pelle degli animali guadagnano milioni di euro provenienti dal gettito fiscale dei contribuenti. Oggi UGDA si fa portavoce di tantissimi cittadini per chiedere che tutto ciò finisca al più presto, che i responsabili vengano severamente puniti e i canili lager chiusi per sempre! che significato ha un' esistenza spesa da recluso impaurito terrorizzato affamato ferito, in un canile lager, un'esistenza inesistente, senza valore ma fonte di profitto per l'aguzzino? Che rimane spesso, troppo spesso impunito, a fare commercio di creature? E con le asl e i sindaci che si voltano dall'altra parte? Solo dolore Come le denunce degli uomini di buona volontà che si susseguono dal 1991, da quando è entrata in vigore la legge 281, che tutela il benessere animale. L’indifferenza copre misfatti, reati e pene. Basta ! Una sola parola: vergogna ! Le vittime sono senza giustizia CANILI : CHI FA AFFARI CON I RANDAGI CANILI = BUSINESS - SULL’ABBANDONO DEGLI ANIMALI SI È INNESTATO UN GIRO D'AFFARI STIMATO INTORNO AI 500 MILIONI DI EURO: ALCUNI PRIVATI HANNO COSTRUITO LA LORO FORTUNA GRAZIE A CONVENZIONI MILIARDARIE CON AMMINISTRAZIONI LOCALI COMPIACENTI, SPESSO AGGIUDICATE CON GARE D’APPALTO AL RIBASSO D’ASTA, ALLE QUALI CORRISPONDONO STRUTTURE FATISCENTI, VERI E PROPRI LAGER DOVE È IMPEDITO L’ACCESSO A CHIUNQUE E DA DOVE I CANI NON USCIRANNO MAI. - IL CONTRIBUTO ECONOMICO ELARGITO PER OGNI CANE PUÒ VARIARE DA 2 A 7 EURO AL GIORNO. - IL PRIMO DATO IMPRESSIONANTE NEI CANILI GESTITI PER LUCRO È QUELLO DELLA MORTALITÀ, CHE ARRIVA FINO AL 60% DEI CANI OSPITATI. - I CASI DI MALTRATTAMENTO SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO: IN UN CANILE SONO STATE FOLGORATE LE CORDE VOCALI DI 190 CANI PER OVVIARE ALL’INQUINAMENTO ACUSTICO, SENZA CHE QUESTO GRAVE FATTO ABBIA POI IMPEDITO, SOLO POCHI MESI DOPO, IL RINNOVO DELLA CONVENZIONE I CANILI ITALIANI SONO LA MAGLIA NERA DELL’EUROPA - I CANILI SPESSO SONO SOVRAFFOLLATI, ABUSIVI O PRIVI DI AUTORIZZAZIONE SANITARIA. - BOX PRIVI DI COPERTURA, ANIMALI ESPOSTI 24 ORE SU 24 A INTEMPERIE O SOTTO IL SOLE COCENTE - CARENZA O ASSENZA TOTALE DI CIBO CON CONSEGUENTE SBRANAMENTO - CIBO AVARIATO E SCADUTO - MANCANZA TOTALE DI UN PROGRAMMA DI STERILIZZAZIONE - INCENTIVATE LE GRAVIDANZE PER VENDERE I CUCCIOLI - ALTISSIMO IL TASSO DI MORTALITA’ ALL’INTERNO DELLE STRUTTURE - MANCANZA TOTALE DI PROFILASSI SANITARIA - CANI TROPPO SPESSO DENUTRITI CON EVIDENTI SEGNI DI INCURIA (ALOPECIA, DERMATITI, OTITI, PIAGHE DA DECUBITO, FILARIA, LEISHMANIA, PARASSITI) E DI MALTRATTAMENTO. CANI STRESSATI, IMPAURITI E CON GRAVI PROBLEMI MOTORI DOVUTI A MANCANZA TOTALE DI ATTIVITA’ DI SGAMBAMENTO. - DISINCENTIVATE LE ADOZIONI - VIETATI GLI INGRESSI ALLE ASSOCIAZIONI - VIETATI GLI INGRESSI AI CITTADINI - VOLONTARI PICCHIATI E MINACCIATI DI MORTE - CANI ACCALAPPIATI PIU’ VOLTE PER INCASSARE QUALCHE EURO IN PIU' - CANI PRESENTI NELLE STRUTTURE UTILIZZATI PER COMBATTIMENTI E VIVISEZIONE - SCAMBI DI MICROCHIP - COMUNI INADEMPIENTI - ASL, SINDACI E ASSOCIAZIONI SPESSO COMPIACENTI - LEGGE QUADRO 281 DEL 1991 SULLA TUTELA E BENESSERE DEGLI ANIMALI E REGOLAMENTI REGIONALI COMPLETAMENTE DISATTESI PITT CIECA LASCIATA LANGUIRE NEL BOX SENZA ALCUNA CURA CANE FERITO CHE ASPETTA QUALCUNO A DIFENDERLO SI ENTRA SOLO ACCOMPAGNATI DALLE FORZE DELL’ORDINE. ADOZIONI RARISSIME, I CANI NON ESCONO MAI. LA VETERINARIA CHE VISITERA’ QUESTO CANE, NELLA SUA RELAZIONE, PARLERA' DI CRUDELTA' ; A MESI DAL SEQUESTRO I CANI HANNO CONTINUATO A MORIRE DI FAME E DI MALATTIA NESSUNO POTEVA ENTRARE A CONFORTARLI,SFAMARLI,CURARLI !!!| CHE PENSIERO SI PUO’ ESPRIMERE NEL VEDERE CALPESTARE UNA VITA IN TALE MODO? SI CHIAMA CIVILTA’ QUESTA?!? LA MAGREZZA E LA DOLCEZZA DI LARA :TESTIMONIANZA DI UNA VOLONTARIA "Sono stata stamattina ad accompagnare una amica che ha recuperato un cane da un canile sotto sequestro. Siamo andate lì con una volontaria della leda, c'era anche la proprietaria denunciata per maltrattamenti, operatori della asl , 30 dei circa 80 cani ricoverati lì in condizioni assai precarie sono stati già affidati, ma la situazione è disastrosa; noi oltre a prelevare il cane abbiamo portato otto sacchi da 30 chili di croccantini, senza trovare peraltro cibo da nessuna parte di questa “struttura”. I cani erano affamatissimi, si sono avventati sul cibo. Non avevano acqua nelle ciotole; in compenso in ogni “box”, per usare un eufemismo, c’era acqua in abbondanza per i nubifragi in corso nella regione, e molti di loro erano sui tetti delle cucce per non affogare; molti cani hanno malattie dermatologiche, anche gravi, stamattina tre dei più gravi (uno cieco, una anziana e un piccolo nato con la rogna da una madre con rogna - perché va detto che la signora li faceva anche moltiplicare), la cosa che tengo a dire, è che la sorte dei cani non interessa a nessuno, qui abbiamo asl, animalisti, comune e ciò malgrado il groviglio istituzionale farà morire di fame i cani di questo altro lager, che è sì sotto sequestro, ma il modo in cui sono tenuti i Cani prova che a oggi il problema resta. Quindi, occhio: sì ai sequestri, sì alla legge , ma qualcuno pensi a questi che sono esseri viventi e devono mangiare, bere, essere puliti; mi sono chiesta per tutta la mattina per quale motivo i cani non venivano lasciati liberi, almeno non sarebbero annegati in quella sottospecie di luridi box! Quando ho cercato di capire i motivi di tutto ciò con gli operatori della asl, mi hanno detto che loro non possono far altro che compilare carte e documenti, per la verità però prima di andar via hanno duramente strigliato la signora denunciata, che, va detto, è al suo terzo sequestro, intanto però la mia amica si è addentrata nei viali di questo indicibile posto e ha visto dei cuccioli!!!! Il che significa che i cani continuano a moltiplicarsi…. prima del sequestro i cani mangiavano una volta alla settimana. All’ispezione rinvenuti cadaveri nei box " 13 giugno 2008 – e’ finito l'incubo per 134 cani, grazie all'azione del nirda, dopo anni di segnalazioni e denunce da parte di associazioni locali e cittadini, che protestavano con il comune e con la asl per l’esorbitante numero di cani morti e maltrattati nel canile comunale, il nirda (nucleo investigativo per i reati in danno agli animali) del corpo forestale dello stato ha sequestrato la struttura, su disposizione del sostituto procuratore ; maltrattamento di animali, detenzione incompatibile con la loro natura, omissione di atti d’ufficio e peculato !questi i reati finora contestati ai cinque indagati, fra i quali spicca il nome del veterinario che gestiva il canile, mentre l’autorità giudiziaria sta ancora verificando responsabilità omissive o dirette fra i vertici dell’amministrazione comunale e dell’azienda usl. molti animali costretti ad abbeverarsi con l’'acqua piovana, vertiginoso il tasso di mortalità e molti i casi di “scomparsa” o furto di animali denunciati dal gestore, in canile non c'’erano ciotole, spazzole, corde, collari, guinzagli e nessun altro strumento di uso comune in qualsiasi rifugio, canile o casa privata ove sia presente anche un solo cane, il che dimostra che i poveri “ospiti” non erano oggetto di alcun tipo di cura o attenzione; e’ stato necessario nell’'immediatezza prelevare i sette cuccioli presenti e berta, una cucciolona in evidente stato di sofferenza e presente con loro nel box e ricoverarli per le prime cure: tutti erano in stato di denutrizione ed affetti da conseguente rachitismo. CAMPANIA Cane morto nel box, gli si contano le ossa: il reportage è intitolato "canile di ……: il canile della morte". “… la telecamera arriva lì dove gli animalisti dicono che il gestore della struttura "vieta a chiunque di entrare"; i box sono pieni di fango ed escrementi. A terra carcasse di animali morti. Nei secchi di abbeveraggio acqua putrida. Un meticcio nero di grossa taglia non riesce ad entrare nella sua cuccia, il suo corpo è lacerato da piaghe, le sue orecchie sono diventate nido per le zecche, altra cuccia, altra ripresa…”. (fonte il Corriere del Mezzogiorno). Catturati con violenza e abbandonati a sé stessi in attesa del forno crematorio. "accalappio e incenerisco! Ecco il metodo del gestore" CANI MORTI ED INCENERITI N. 2.711 CANI AFFIDATI n. 124 IN MEDIA I CANI MANGIANO 0,25 GRAMMI DI CROCCHETTE AL GIORNO!!!!! LOMBARDIA – “NEI BOX IN LUGLIO, NON C’ERANO LE CIOTOLE DELL’ACQUA” RACCONTA UN TESTIMONE. MOLTE LE DENUNCE PRESENTATE AGLI ORGANI COMPETENTI RIMASTE SENZA RISPOSTA LA MAGGIOR PARTE DEI CANI DEL PAVESE ESCE CON LA FILARIA AD ALTISSIMI LIVELLI PER ADOTTARE UN CANE BISOGNA PRESENTARSI CON LE FORZE DELL'ORDINE ! LAZIO - QUESTO CANE VERRA' TROVATO AVVELENATO COME … QUESTO: PUGLIA 200 CANI VIVONO IN MEZZO A VETRI E FERRI ARRUGGINITI, IL GESTORE DI QUESTA STRUTTURA PERCEPISCE DAL COMUNE UNA CIFRA BASSISSIMA. MORIRE SENZA COLPA E CON UNA SOLA CAREZZA RICEVUTA… I RANDAGI SONO LE VITTIME DEL RANDAGISMO NON LA CAUSA ! ! ! CONDANNATI A MORTE DALLA INDIFFERENZA DELL’UOMO E DELLA INADEMPIENZA DELLE LEGGE CANE AMMALATO DI TUMORE CANE COMPLETAMENTE CIECO EMILIA E ROMAGNA - TESTIMONIANZA DI CHI LÌ DENTRO QUEL GIORNO C’'È STATO: trovato un cane morto dentro un capannone recintato e lucchettato, le ringhiere dei box taglienti, arrugginite con spuntoni, divisori in amianto, ciotole per l'acqua sporche con dentro il verde o senza acqua, crocchette senior per cuccioli, condizioni igieniche impressionanti, dimensioni box 5x1,5 metri con dentro 2 cani di taglia grande e una sola cuccia per 2 cani sbranati con ferite aperte.” PUGLIA - UNA DOB AMMALATA IL CANILE SANITARIO E RIFUGIO DI MANDURIA (TARANTO), SEQUESTRATO A FEBBRAIO 2009 È STATO DATO IN CUSTODIA GIUDIZIALE AL CARNEFICE. LE SUE VITTIME SONO 274 CANI. NEL CANILE TUTTORA NON SONO AMMESSI VOLONTARI. IN QUESTI LUOGHI, NESSUNO PUÒ ENTRARE NE’ TANTOMENO FOTOGRAFARE Le fotografie sopra riportate provengono da varie inchieste fatte negli anni, ma sono di un’attualità spaventosa perché dall’indagine di Panorama del 2005, passando per la Padania, Repubblica, L’Espresso e Bailador … nulla ad oggi è cambiato ! PURTROPPO QUESTO E MOLTISSIMO ALTRO ANCORA CON UNA SEMPLICE RICERCA: “CANILI LAGER” IN GOOGLE. ARTICOLI – BAILADOR - LA PADANIA - REPUBBLICA - L’ESPRESSO CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO I CANILI LAGER ITALIANI 28/10/2009 CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO I CANILI – LAGER ITALIANI I CANILI – LAGER ITALIANI LA “GOMORRAH” ANIMALE LA PARTE DI “GOMORRAH” CHE SAVIANO NON HA RIPORTATO NEL SUO LIBRO Ad Agosto di quest’anno sono stato contattato da tre ragazze, avevano letto una lettera che scrissi a un teologo cattolico riguardante la sofferenza animale. Mi domandarono di aiutarle. Incontrai le ragazze a vicino a Roma. Registrai tutto quello che dicevano. Le ragazze, poi, mi mostrarono delle foto e io, per poco, non vomitai per l’orrore che vidi. Ero scioccato, profondamente scosso. Le foto erano assolutamente orrende. Provai una profonda vergogna. Quello che mi sorprese fu che le ragazze dissero che le persone che lavoravano nei canili erano ricattate; se dicevano qualcosa su quello che accadeva nei canili avrebbero trovato la porta sbarrata. Domandai siamo in Colombia o in Italia? Che diavolo state dicendo? Le ragazze risposero: le donne che denunciano questi orrori rischiano la vita. Il giro d’affari dei lager è troppo grande. Presi le foto, registrai quello che dicevano e creai con alcuni amici un sito web. Noi italiani andiamo in giro dicendo al mondo che possediamo tra il 40% e il 70% dei tesori del mondo (in effetti è solo il 4,8%), che abbiamo incalcolabili monumenti, cattedrali, chiese, abbazie, musei, siti archeologici. Nell’Italia della “bella vita”, di Armani, di Valentino, della Ferrari, della cucina sontuosa dei vini deliziosi, del grande cinema, dell’arte, delle splendide spiagge, dei laghi gloriosi, ho scoperto l’esistenza dei canili – lager. Devo essere stato cieco a non immaginare un simile orrore. Nel mezzo di tutta questa bellezza esiste lo schifo di come trattiamo gli animali e (omissis) i media ma mai, mai puntano il dito verso l’orrore che infliggiamo agli animali. Gli animali in Italia non esistono. Siamo al livello della Spagna e della Grecia. Siamo nel G8, nel G20, siamo la quinta potenza mondiale per alcuni e la ventesima per altri, raccontiamo al mondo intero che siamo un faro di civiltà, parliamo continuamente di Impero Romano, del Vaticano, del Rinascimento, di Michelangelo, Raffaello, Venezia, Roma, e viviamo con la vergogna dei canili lager. Analizziamo la radice del problema. Siamo una nazione che ogni anno abbandona oltre 135.000 cani e gatti. Ci sono 600.000 cani che vagano liberi nel suolo patrio e solo il 33% è accalappiato e portato nei lager. Le Regioni che hanno più randagi sono: Puglie: 70.600; Campania: 70.000; Sicily: 68.000. Calabria 65.000; Lazio: 60.000. Il Sud, come si può vedere, è la parte d’Italia più esposta a questo problema. Il Sud è anche l’area, con il massimo livello di corruzione e criminalità (Omissis) e zoo mafia E ora i canili – lager. La radice del problema è che noi abbandoniamo cuccioli nelle autostrade. Abbandoniamo cani e gatti come lattine di birra usate e schiacciate. L’altro anno abbiamo abbandonato 90.000 gatti e 45.000 cani. Quest’anno solo nel mese di Giugno abbiamo abbandonato, 65.000 gatti e cani. Questa è la radice del problema. Ma fate attenzione: l’abbandono crea fortune. Rende la gente ricca. E così si approda alla mercificazione dell’animale vivo o morto. Lasciatemi spiegare, brevemente, come opera la mente di un proprietario di un canile- lager. Entriamo nella sua psiche. Questo è quello che vi suggerirebbe se volete creare un canile – lager. Prima di tutto scegli – preferibilmente – un territorio dove la legge è uno scherzo. Il Sud è perfetto. Le aree di Benevento, Campobasso, Caserta, Irpinia, le regioni del Molise, della Sicilia, della Basilicata, della Calabria, sono ideali per questo lavoro. Scegli un area di intenso abbandono degli animali La Campania è perfetta (si legga il libro di Saviano o si prende il CD Gomorra di Matteo Garrone dal vostro “video shop” locale e si capirà di cosa si parla) Assicurati di avere solidi contatti: centro, sinistra o destra non conta. Diventa amico dei parroci. Dona generosamente alle chiese locali. Assicurati di avere una statua di padre Pio a casa tua. Evita come la peste San Francesco. Amava gli animali. Non fa per noi. Una volta che hai solidi contatti cerca di apparire come un benefattore. Come Marlon Brando nel “Padrino”. Fatto questo, costruisci un canile in posto desolato e distante. Assicurati che sia in un area non facilmente accessibile. Assicurati che il canile, come molti canili in Calabria, abbiano alte mura. Silenzio e privacy sono assolutamente determinanti per la riuscita dell’operazione. Come nei lager nazisti la visibilità non deve essere permessa. Altrimenti gli animalisti ti rompono le scatole. Sono matti e malati. Quando il canile è pronto impiega – preferibilmente – lavoratori extracomunitari che puoi controllare affinché non parlino. Se parlano creano grandi problemi. Se parlano licenziali e denunciali per farli rispedire nel loro paese. Quando il canile è pronto fai un accordo con i comuni dell’area (nel caso del notorio canile di Cicerale, non lontano dai tempi di Paestum, 97 comuni sono coinvolti nell’operazione) Usa il tuo carisma. Olia la macchina. Elargisci tangenti. Fai contratti solidi. Scegli il partito più forte ma tratta anche con l’opposizione. Assicurati di avere buone relazioni con il magistrato locale. Stabilisci solidi contatti con le multinazionali internazionali della vivisezione. Vendere randagi ai Mengele del mondo animale rende molto. Ora puoi andare ad accalappiare cani. Più accalappi e più guadagni. Ogni cane che accalappi sono 50 euro più una parcella mensile o annua che stabilisci con i vari comuni. Sii furbo: accalappiamenti, più mantenimento, più morte dei cani con incenerimento equivale a un bel mucchio di euro. Segui un ritmo fluente: più cani vivi o morti, più verdi dollari! Assicurati che: Un controllo nazionale dei canili non sia mai operante. O siamo fregati. Non ci sia un CCTV, una telecamera a circuito chiuso, nei canili. Le visite siano proibite così che nessuno sappia quello che accade dentro al canile La sterilizzazione non sia eseguita in maniera adeguata. Le sterilizzazioni devono essere minime così nascono cuccioli ed entra altro denaro. I controlli medici non siano adeguati, anzi inesistenti Le ASL veterinarie siano assenti, meglio se corrotte, così potrai assicurarti che scrivano sempre rapporti falsi dicendo che tutto va bene. Il microchiping sia impiegato in maniera limitata. Chi vuole avere un cane non lo adotti, meno cani hai nel canile, meno soldi guadagni. Ricordati: le adozioni sono fatali per i guadagni. Trova tutti i cavilli possibili per non concedere adozioni. Gli animalisti siano sotto schiaffo e ricatto: “Se dici a qualcuno quello che accade qui trovi la porta chiusa. Questa è casa nostra” Se gli animalisti si avvicinano qualcuno esca con un fucile. Nessuno sappia che i cani muoiono, e se un cane muore evita di denunciare la morte così continui a ricevere i contributi. Che il canile sia sempre pieno di cani; se hai troppe adozioni assicurati che le cagne facciano cuccioli. Nessuno provi compassione, sono solo animali che non hanno un’anima immortale. Chiedi al prete locale e te lo spiegherà. Non ti preoccupare: Del numero di animali nelle gabbie; Del controllo medico; Delle condizioni fisiche degli animali; Del fatto che i ratti mangiano dalle scodelle dei cani; Dei cani ciechi che muoiono di fame perché non trovano le scodelle; Dei cani che si divorano tra di loro; Dei cani con le corde vocali tagliate, senza occhi e senza zampe; Dei cani con le zampe amputate e con orrende ferite; Dei cani che girano continuamente su stessi nella gabbia; Dei cani feriti, massacrati e morenti; Dei cani malati di malattie tremende e morenti per cancro; Dei cani che gli attivisti portano a passeggiare e che quando ritornano nel canile ululano disperati; Della mortalità che ha raggiunto il livello di 97% (come nel notorio canile – lager di cicerale); Del fatto che gli animali non escono dalla loro gabbia per 14 o 15 anni; Del fatto che i cani nati nelle gabbie muoiono nelle gabbie; Dei media: ai giornalisti non frega nulla dei cani si preoccupano solo delle donne di Berlusconi; Degli animalisti: sono vergognosamente divisi. vogliono farci condannare ma la politica ci difenderà. La legge e il potere dei politici fermerà tutto. Non preoccuparti: Delle ispezioni ministeriali, il potere politico ci difenderà con i suoi contatti romani e fermerà ogni azione. Dei documenti di denuncia: possono sparire come i documenti di Cicerale che si sono dissolti nell’aria. Dei carabinieri e della polizia: vengono vanno e non fanno niente. Siamo ben protetti. Dei magistrati. Offri un lavoro a un loro parente. Se le autorità chiudono il canile. Sii furbo come Cafasso che ha portato i cani da Cicerale a Cirò Marina in Calabria, a 400 chilometri di distanza. Quando sposti cani da un canile all’altro: malati, morenti o ciechi ammassali tutti in un grande camion staranno bene. E se muoiono è la volontà dio Dio: è il Signore che concede e toglie la vita. Concludo raccontando due storie: La prima riguarda il familismo degenere, la seconda è orrore puro. Il proprietario del canile di Cicerale è Cafasso. Uno degli uomini più odiati dagli animalisti del nostro Paese. Questa è la rete che ha creato per coprire l’operazione. Cafasso era un consigliere della comunità montana di Torre Orsaia, il sindaco e l’ex sindaco di Cicerale erano parte dell’operazione, il giudice Martuscelli passava le solite sentenze assolutorie: come le tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo; Nese, il direttore della notoria ASL – 3 aveva la moglie del giudice tra i suoi dipendenti. Un nipote di un giudice faceva l’accalappiatore per Calasso. I Carabinieri e i Nas erano, per ovvie ragioni, incapaci di intervenire. Una rete di famiglie, collusioni e silenzio Risultato? Il cucciolo che vedete nella foto: http://www.lasaggezzadichirone.org/site/wp-content/uploads/2009/10/cucciolo.jpg L’altra storia riguarda la città di Modica in Sicilia. Nel marzo del 2009 un bambino di 10 anni, Giuseppe Brafa, venne ucciso da un branco di randagi nel quartiere di Scicli, nella città di Modica, non lontano da Ragusa. La popolazione era ovviamente scioccata, ma nessuno spiegò che la ragione della morte del bambino era causata dal fatto che in Sicilia c’è una massa di incivili bastardi che abbandonano oltre 68.000 cani all’anno. Questa era la ragione di quello che accadde. La ragione fu che i cani non vennero catturati, portati nei canili e adottati. I cani non sono randagi per loro scelta: non originano dal puro nulla. Un prete, Don Salvatore Cerreto, cominciò a predicare contro gli animali nella chiesa di San Giorgio, a Modica. “Viviamo in una società nella società degli idoli, in cui anche gli animali prendono il posto della persona umana” (La Repubblica 18. 3.2009) In poche parole il sant’uomo diceva che se rispetti altre forme di vita, altri viventi, sei un pagano. Adori scimmie, pezzi di legno e simboli fallici. Dopo il sermone la gente iniziò a formare i “lynching party” e il sindaco di Modica Antonello Buscema, cominciò a urlare nel suo dialetto (o qualcosa simile al suo dialetto): “scendo il cane e lo sparo” E la carneficina iniziò. Sparavano ai cani da tutte le parti. Si possono vedere foto dei carabinieri che sparano ai cani nelle spiagge. (La Repubblica 18. 3.2009). A quel punto il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervenne per fermare il massacro. Non si poteva ignorare quello che accadeva. Il geniale scrittore siciliano, Vincenzo Consolo, vincitore del Premio Strega, informato dei fatti è stato di chiarezza cristallina e ha spiegato che “gli animali sono amati da persone che vorrebbero vedere morti gli extracomunitari” (La Repubblica 17. 3. 2009). Dai lascivi pagani siamo passati agli animalisti neo – nazisti. Il genio siculo, erede di Tomasi di Lampedusa e Pirandello, ci ha informato che se si rispettano altre forme di vita si diventa automaticamente degli sporchi razzisti. Non si finisce mai di imparare in questo mondo. Una volta lessi che un consigliere palermitano, che, incredibilmente, si chiamava Nerone, propose un accordo: la testa dei randagi (cani o gatti) in cambio di un certa somma di euro. Mi sembra fosse di 25 euro. Così si risolveva il problema del randagismo a Palermo. La notizia fu anche riportata dal The Indipendent inglese (“Dog’s Sicilian enemy”) Fu immediatamente allontanato, ma ci provò Gandhi ha detto: dimmi come tratti gli animali e ti dirò in che nazione vivi. In Italia abbiamo una norma della legge datata 14 agosto 1993 che stabilisce che: “i cani vaganti ritrovati, catturati, o comunque ricoverati presso strutture non possono essere soppressi” e l’articolo 544 del codice penale recita: “delitti contro il sentimento per gli animali” prevede che “chiunque, per crudeltà o per necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”. Quello che mi ha sorpreso è stato L’Espresso (1.10.2009) che ha pubblicato un reportage molto commovente sul massacro dei delfini da parte dei pescatori giapponesi, otto pagine e foto. L’Espresso vede l’orrore di Taiji ma non quello che avviene nel nostro paese. Cani e gatti sono il nulla. Cinque milioni di persone hanno i cani in casa ma nessuno dice nulla. Solo una campagna internazionale per questo tremendo problema può aiutare. Aiutateci solo a diffondere questa notizia: non chiediamo altro. Cliccate qui: http://www.ahimsa.it/canili gomorrah foto.html E per favore, informate tutti vostri contatti di quello che accade in Italia. Aiutate i cani che avete visto nel sito. L’Italia è stata la culla d’Europa: questo non può essere tollerato. Paolo Ricci www.lasaggezzadichirone.org www.nothuman.org www.ahimsa.it LE INCHIESTE DI REPUBBLICA IL CASO di MARINA CAVALLIERI Il business dei cani randagi pagato con i soldi pubblici Per ogni animale accalappiato e chiuso in un canile il comune di riferimento spende dai trecento ai mille euro l'anno. Ma nella gran parte dei casi questo flusso di denaro non evita che i cani siano malati, malnutriti, stipati in gabbie sovraffollate. E che alimentino un traffico imponente di finte "adozioni" che li deporta sui tavoli della sperimentazione del Nord Europa, come ha denunciato il portale "il respiro.eu" ROMA - Vengono reclusi in strutture fatiscenti, maltrattati e dimenticati, a volte trasferiti clandestinamente in altri Paesi per finire nei laboratori della ricerca, oppure trasformati in cibo in scatola o pellicce. È il busines s del randagismo, l'affare dei canili, un traffico che si svolge con pochi controlli. È una storia dove s'intrecciano sperpero del denaro pubblico, malasanità, criminalità organizzata. Dove gli interessi in gioco sono più alti di quanto non si sappia e la legge viene sistematicamente ignorata. Alla fine il silenzio conviene a tutti. Sindaci, polizia, giudici, medici della Asl. Tutti complici, a volte senza neanche saperlo. È l'Italia dei canili, un paese degli orrori. Quanti sono i cani randagi e quelli ne i canili e quanto costa allo Stato mantenerli? In tasca di chi vanno i soldi? E quanti animali dietro finte adozioni finiscono all'estero in una tratta illecita? Il business del randagismo e dei canili viene valutato intorno ai 200 milioni, anche se l'ulti mo rapporto "Zoomafia" stima il giro complessivo del traffico di cani 500 milioni di euro. Valutazioni realistiche stimano i cani vaganti 600 mila, di cui 200 mila ricoverati nei canili, per ogni cane rinchiuso il comune di appartenenza spende dai 300 ai 1 000 euro l'anno. Una spesa significativa che però non mette gli animali al sicuro. Il canile non sempre è l'ultima tappa. Il traffico e le finte adozioni L'ultima denuncia parla di un traffico di cani e gatti all'estero, esportazione illegale mascherata d a finte adozioni. Gli animali finiscono nei laboratori della sperimentazione, come cibo in scatola per i loro simili più fortunati, per fornire pellicce. É la denuncia che arriva dal portale "ilrespiro.eu", dove la gi ornalista Margherita D'Amico ha condotto un'inchiesta che dà corpo a dubbi e sospetti che da tempo si rincorrono. "Un processo che avrà inizio il 19 dicembre a Napoli sul traffico di cani e gatti da Ischia in Germania costringerà a non ignorare questa realtà agghiacciante", dice D'Amico. "Spediti in carichi su furgoni, station wagon, oppure affidati ai cosiddetti "padrini di volo", cani e gatti randagi provenienti dall'Italia, ma anche da Spagna, Grecia o Turchia, confluiscono ogni anno nei paesi del nord Europa, in Germania arrivano dai 250 ai 400 mila cani". Nell'inchiesta è citata la testimonianza di Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo associazione molto attenta all'argomento: "Finché non vedi con i tuoi occhi non capisci. Partecipai al fermo di un carico al confine con la Svizzera: un trasportino per gatti di quelli piccoli, di stoffa, ne conteneva nove. I cani, come di prassi in queste spaventose spedizioni, erano sedati, imbambolati, nemmeno si tene vano seduti. Ogni giorno mezzi carichi di questi sventurati passano la frontiera svizzera, li vediamo, eppure non li ferma nessuno". Stipati nelle gabbie all'interno dei veicoli, gli animali attraversano l'Italia e oltrepassano i controlli superficiali. Si tratterebbe un giro di denaro enorme. "Sono finita in questa voragine a metà degli anni 90", racconta al sito ambientalista Francarita Catelani, fondatrice di UNA - Uomo Natura Animali Cremona. "Dal napoletano ci segnalarono che la titolare di un'associazione tedesca stava partendo con un carico di cani. Furono prima fermati a Barberino del Mugello, ma la Asl li lasciò passare. Poi, a Como, lo stop. Il capo veterinario della Asl di Como capì. Redasse tre verbali e il giorno dopo il furgone fu scortato fino all'imbocco dell'autostrada per Caserta". Ma la vicenda di Como non è l'unico caso di intervento delle forze dell'ordine. "Un paio d'anni fa ad Ancona sono stati bloccati 102 cani provenienti dalla Grecia. C'è stato un fermo ad Arezzo sei anni fa, e ancora a Padova. E a Verona, nel 1995, si aprì un'indagine per verificare nomi e indirizzi a cui erano stati dati in adozione 100 cani. Risultarono tutti falsi, dal primo all'ultimo". Ci sono poi le denunce dell'Enpa, sezione di Perugia, contro 40 cani di un canile umbro adottati in Germania. C'è infine il caso di Ischia. "Un piccolo gruppo di volontari di Ischia per anni si oppone alle massicce esportazioni organizzate dal canile di Forio. Solo nel 2006, a suon di denunce, gli animalisti riescono a ottenere il fermo di un furgone e l'avvio di un'indagine assai accurata da parte della Procura di Napoli condotta dal pm Maria Cristina Gargiulo, che si serve anche di intercettazioni telefoniche", racconta D'Amico. La fase preliminare dell'inchiesta si conclude con il rinvio a giudizio di cinque imputati per maltrattamento di animali, falsità ideologica e materiale, associazione per delinquere finalizzata all'illecito traffico di esseri senzienti. "Nel frattempo, però, il r ifugio di Forio è stato ceduto alla Pro Animale Fur Tiere in Not e. V. con sede in Germania che ha 32 punti di raccolta e smistamento di cani e gatti in tutta Europa. Le spedizioni di animali vengono ufficialmente interdette solo nell'estate 2011, in attesa degli esiti del processo che avrà inizio presso il Tribunale di Napoli fra poco più di un mese". Adozioni all'estero fittizie, sulle quali dovrebbero vigilare le Asl. "É attraverso i loro registri, infatti, che scorrono a centinaia, migliaia, le pratiche. Come non insospettirsi davanti alle stesse persone che richiedono venti, trenta, cinquanta lasciapassare per volta?". I canili, l'orrore dietro l'angolo. Ma qualsiasi mercato illecito è possibile perché i canili italiani vengono gestiti senza controlli. Se il traffico verso l'estero può essere il caso limite, c'è poi l'indifferenza di tutti che rende possibile il degrado quotidiano. "Feriti, affetti da patologie e infezioni, malnutriti, relegati in spazi angusti e sovraffollati, trascurati e soli: questo lo stato in cui versano i "migliori amici dell'uomo" in molte strutture, pubbliche e private". Questo è scritto in un documento del Ministero della Salute che ha diffuso recentemente un video dei canili peggiori d'Italia, girato durante le ispezioni di 39 strutture da parte della task force per la tutela degli animali. Il filmato è visibile sul sito www.salute.gov.it. "I canili sono un sistema che serve a far soldi. La legge diceva che andavano creati dei rifugi e i canili dovevano rimanere solo come presidi sanitari e luoghi di transito. Così non è stato", spiega Rosalba Matassa, a capo della squadra formata da nove veterinari e due amministrativi. "Dove nasce il business? I comuni invece di creare canili municipali stipulano convenzioni con società private, spesso sono aste al ribasso, anche solo 50 centesimi al giorno per ogni cane. Fatto l'accordo, nessuno controlla. Il sindaco ha la tutela dei cani, quindi è il responsabile ma non risponde mai di fatto e noi non abbiamo il potere neanche di infliggergli una multa". La mappa del degrado attraversa tutta l'Italia, al Sud la situazione è peggiore perché il business è in mano alla criminalità ma ogni regione ha i suoi scheletri, nel senso letterale. Solo nel 2011 s ono stati fatti 6 sequestri. È stato chiuso il canile di Somma Lombardo dove tra i cani malnutriti c'era anche una gabbia con due tigri e altri animali esotici. A Terni c'è stata un'ispezione dopo varie segnalazioni di maltrattamenti, una storia lunga e mai risolta, la Procura sta indagando. A Foligno segnalazioni per maltrattamenti. A Ceprano, Frosinone, il canile è sotto sequestro amministrativo. Chiuso Poggio Sannita: maltrattamenti. Aragona in Sicilia, una sorta di canile abusivo, senza legge e senza controlli, un caso di cui si parla da anni, solo ora si sta svuotando. Chiuso definitivamente ad aprile dopo anni di battaglie il lager per definizione, quello di Cicereale, in Campania, diventato un caso nazionale. Dentro duemila cani, per ciascuno la famiglia Capasso percepiva due euro al giorno. Ci sono stati anni di battaglie giudiziarie prima della chiusura. L'unico caso in cui il ministero si è costituito parte civile. Nei casi di sequestri la situazione che si presenta è sempre la stessa: cani schele trici, malati, nessuna sterilizzazione, spesso promiscuità, a volte morti. Tra i reati più frequenti riscontrati, frode, medicinali scaduti, esercizio abusivo della professione medica. 03 novembre 2011 © Riproduzione riservata LA PADANIA - LAGER E INCIVILTÀ, LA MAPPA D’ITALIA (Fonte: Chiliamacisegua) Malitalia cristallizzata. Fotografata superbamente da Stefania Piazzo. Null’altro da aggiungere se non il disprezzo verso l’indifferenza mostrata in questa agghiacciante Mappa di una Italia degli orrori, da parte di chi invece, ha il dovere legale della tutela e la salvaguardia della vita di tanti animali, creature senzienti, alle quali viene tolta ogni dignità poiché sono soltanto un numero, un problema, una seccatura, una quisquilia. Una fonte di lucro Un mondo dove tutto pare lecito. Anche la morte per stenti e per maltrattamento. Anche la crudeltà più feroce. Anche l’impunità. Rari sindaci e veterinari che si prodigano per modificare uno status quo da terzo mondo. Null’altro da aggiungere se non il senso di una gratitudine infinita nei confronti dei volontari e volontarie, che ridotti e ridotte con le pezze al sedere, denunciano, svergognano, lottano per salvare almeno una vita al giorno, graffiando con le unghie quel silenzio assordante che sta perdurando da…. secoli. Il muro è sbrecciato. Ora insieme dobbiamo abbatterlo. Costi quello che costi. Buona lettura Chiliamacisegua www.chiliamacisegua.org LA PADANIA 30 GENNAIO LAGER E INCIVILTÀ, LA MAPPA D’ITALIA Che lo si voglia o no, il corso aperto dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha rotto l’omertà e ha dato una speranza. Uno spiraglio di umanità. Passi difficili, perché nessuno, tranne le associazioni, il territorio, e pochi e rari sindaci, poche e rare Province, e pochi e rari veterinari illuminati hanno compreso che la svolta è iniziata. Culturale e legislativa. Servono almeno 20-30 anni per vedere i frutti di questi semi che soffrono di gelate. Ma la strada è aperta, così come è stata sollevata la pietra tombale della mafia dei canili lager, delle collusioni tra gestori privati, asl e sindaci, si è puntato il dito sulle ingiustificate inadempienze che a tutti i livelli si consumano. Una concezione antiquata e gretta del benessere animale abita l’intelletto di troppa classe dirigente sanitaria e amministrativa. Tanto, chi li tocca. La magistratura? Archivia troppo e seppellisce con le prescrizioni i reati contro gli animali. E nessuno invia la Finanza a vedere cosa c’è nei bilanci. Amen. Infine, la stampa non si abbassa a studiare e investigare perché sono solo animali e il livello di formazione culturale e attenzione del giornalismo italiano è quello che è. Da paranza. Tuttavia una crepa nel muro di questa ideologia dell’inadempienza c’è. Sui canili lager si indaga, i canili lager si sequestrano, dei canili si parla , si scrive. Sui reati contro gli animali, in un susseguirsi di principi etologici incardinati nella legislazione, si procede a colpi di ordinanza, in attesa di un ddl che pianti questo benedetto chiodo nel muro della coscienza e della legge. Questione solo di tempo. Il lavoro svolto dalla stampa (due nomi, la Padania e Striscia la notizia e di recente l’agenzia Geapress – il resto non esiste e se c’è copia poi torna a dormire), dalle associazioni (Chiliamacisegua in testa forte di circa 60mila contatti in rete, in proficuo accordo con Enpa, Lega del cane e altri), da un gruppo di sindaci che fanno scuola con il patentino e i corsi,con le Province che segnano la strada (Perugia la più attiva d’Italia), dal ministero con l’istituzione, con pochi mezzi e pochi soldi, ma tanto coraggio e onestà e senso dello Stato, dalla task force contro i canili lager coordinata da Rosalba Matassa, con la supervisione del direttore generale Gaetana Ferri, con la fondamentale presenza dei Nas, ebbene, tutto questo lavoro… si può dire poderoso e senza precedenti. Abbiamo individuato sulla cartina dell’Italia alcune tra le più rappresentative situazioni di criticità e illegalità conclamate. Sono solo alcuni casi. Sono solo pochi esempi. E, tra gli esempi, abbiamo scelto questi. Nessuno dimentica PORTO EMPEDOCLE e il silenzio del suo sindaco ai chiarimenti del ministero sulla mattanza di cani seviziati. Il Molise di CAMPOBASSO detiene la palma dell’inciviltà e della durezza di comprensione dei propri amministratori. Il lager dei lager è S. Stefano. 700 anime in pena, murate vive tra tombini che rigurgitano acqua e feci, tra crolli e frane della struttura. RIETI, diventata simbolo – al convegno del ministero della Salute e la magistratura – dell’immagine del maltrattamento animale, con il cane Alina divenuto poster dell’evento, Rieti appunto è l’altro emblema di un canile fatiscente, sorto a ridosso della vecchia struttura di amianto mai rimosso, con un processo finito in nulla perché morire per Tanax senza motivo – per accelerare lo svuotamento dei box e il trasferimento nella “nuova struttura”, non era ancora reato. È l’Italia di RIPALIMOSANI , struttura posta sotto sequestro, a ridosso del depuratore, sotto un cavalcavia, dove non esce un cane a pagarlo… È il Molise di POGGIO SANNITA, plurisequestrato e dissequestrato, dove i comuni non vedono e le asl per tanto tempo non hanno voluto vedere cosa si consumasse tra le catapecchie e il cimitero di animali interrati e gli scoli di liquami non a norma e i cavi della luce tra i liquami e la terra aperta e gli animali malati… Fino a quando, ed è dei giorni scorsi, è intervenuta la task force (in seguito a esposto nazionale “collettivo” organizzato da UGDA) a porre definitivamente sotto sequestro la struttura, predisponendo una relazione alla magistratura per maltrattamento. Poggio Sannita è però per il Molise un punto di svolta dopo il sequestro della task force assieme al nuovo responsabile per il randagismo, Claudio Di Ludovico, di Isernia, veterinario asl di frontiera che ha sterilizzato per 12 anni sempre con gli stessi ferri chirurgici perché nessuno gli dava fondi. Né ascolto. Neanche il subcommissario latitante per il Molise, come si evince dai risultati del fallimento. Più cappottini bianchi e scarpe che sostanza. È l’Italia di RIPABOTTONI e il suo canile sanitario promiscuo e tutto il resto della struttura all’aperto, senza riparo. Con i cani incidentati e paralizzati lasciati a morire senza cure, un canile in appalto ad una ditta di Napoli addetta al verde. Il Molise è però ancora MIRABELLO SANNITICO, un’altra piaga ancora da sanare. Svuotare e legalizzare. Il Molise è la Campobasso dell’ex sindaco Di Fabio con l’ordinanza per affamare i randagi, moda poi dilagata in tutta Italia come a SAN MARCO IN LAMIS, a uno sputo da San Giovanni Rotondo, dove anche la pietà cappuccina non ha pietà per i cani sul sagrato, tranne un solo frate, padre Francesco. E, ancora, è il Molise che ha fatto trasferire con una delibera voluta dal delegato del sindaco per il canile 300 cani a S. Giuliano Milanese per 20 anni È ROCCA DI PAPA, un’ordinanza di sgombero dal 2005 e un niente di fatto. La task force impone al sindaco un’ordinanza per evitare nuovi ingressi e svuotare il canile. È TUSCANIA (Viterbo), non un’autorizzazione. Prima che arrivasse la task force andava a tutti bene così. È GIULIANO di Roma,sequestro, dissequestro e svuotamento del canile coordinato dalla task force. Nonostante la difficoltà dei sindaci a capire. È l’Italia di un allevamento prestigioso di pointer alle porte di RAVENNA , che tra loro ingaggiavano una sorta di lotta per la sopravvivenza, su montagne di sterco apprezzate dai tanti estimatori di questa fabbrica di campioni. Poi che dire della COSTA SMERALDA, di come si possa morire da cani sotto il sole dei vip. L’emblematico e crocifiggente caso di morte angosciante ad Olbia (località Monti), con un cane agonizzate dietro le macchine da giorni sotto lo sguardo indifferente dei passanti e le parole stizzite di chi, fuori da un negozio, era all’aperto per fumarsi la sigaretta, irritato dall’animale che si straziava. È l’Italia di GALEATA(Forlì), in cui nessuno ha capito che ci faccia un canile in una zona semidesertica sulla montagna, al ghiaccio e al vento, quasi impossibile da raggiungere. Un modello di libero accesso alle adozioni o un modello per come guadagnare chiudendo a vita i cani invisibili? È l’Italia di RIZZICONI, 800 cani morti nel fango in pochi minuti per la piena del fiume dove sorge il canile, costruito dal titolare-tecnico del Comune. Eppure la Lav aveva avvertito per tempo del potenziale disastro. Che ne ha fatto la magistratura di questa strage annunciata e dei permessi per costruire così disinvolti? È GIOIOSA IONICA dove i bocconi killer si mettono senza pudore davanti all’asilo. Nessuna bonifica, nessun cartello. E tutti impuniti, anche gli inadempienti. Stessi bocconi impunti a S O V E R AT O (Catanzaro) con solo le guardie zoofile delle associazioni a denunciare i fatti. Sono i cani bruciati vivi a RUVO DI PUGLIA, nei poderi. Cani senza chip, randagi di proprietà del sindaco che non sterilizza e non crea anagrafe canina. Come lui, tanti e troppi altri. Ovunque. È il modello PESCHICI, in Puglia, con una dozzina di cani chiusi a chiave nel centro del paese da un “matto” del posto, che toglie l’impiccio e il pensiero dei randagi al sindaco e ai carabinieri e ai vigili urbani. È la Puglia di MANDURIA, un canile con 100 decessi l’anno e 250 presenze. Tutto regolare. È TRICASE, un lebbrosario di canile, pagato, servito e riverito. Tutto regolare. È l’Italia del sindaco di SESTO S. GIOVANNI, che per due centesimi trasferisce i cani dal canile di Segrate della Lega del cane, dove le adozioni sfiorano il 98%, alla struttura di Pantigliate, dove le adozioni sfiorano percentuali da prefisso telefonico, una fabbrica che accumula randagi a colpi di appalti al ribasso d’asta nei comuni. E che di recente ha avuto autorizzazione per diventare più grande. È LIPARI e i suoi randagi a catena dallo sfasciacarrozze, un canile di favore, finito col trasferimento dei 21 animali a Taurianova. Nessuna voglia del Comune di prevenire il randagismo e costruire strutture, si sbologna il sacco. È SIRACUSA una città che non ha ancora un canile sanitario. È PAT E R N Ò , dove i cani avvelenati finiscono nel secchio, in strada. Sterilizzazioni al palo. Da analfabeti in Sicilia l’applicazione dell’ordinanza contro i bocconi killer. È l’Italia, eccoci qua, di CICERALE, nella Campania dove tutto è possibile, in cui la veterinaria pubblica, sancisce il ministero, non è in grado di garantire la salute pubblica visti i deficit di controlli (allevamenti, alimenti, salmonellosi, randagismo). Cicerale è il primo caso nella storia d’Italia in cui il ministero si è costituito parte civile contro la struttura in cui i cani entravano e uscivano dal camino, camino indicato dalla polizia anche come luogo per smaltire la droga da Napoli fin lassù, nel luogo più impervio e dimenticato da dio. Un’ispezione della task force nel 2009 pone fine al gioco, ma il gioco delle continue autorizzazioni concesse dall’asl Salerno 3 imbarazzano il mondo civile. E al via del processo per maltrattamento, per ben due volte è un nulla di fatto perché i carabinieri non riescono a trovare il gestore, che, tuttavia, continua ad essere trovato dall’asl e a vincere di conseguenza appalti per accalappiare ed estendere la propria attività anche in Calabria. È ATRIPALDA , dove i sindaci dimenticano di pagare la retta e lasciano finire sott’acqua cani e struttura per giorni e giorni. È AGROPOLI e un allevamento abusivo con la prova del reato bruciata dall’asl Salerno 3, come documenta l’ispezione della task force. È MARIGLIANO, tutto ok per l’asl ma non per la task force, tanto da veder confermato il sequestro in procura. È CAMPOLATTARO e 40 cani avvelenati in due notti. Referti? Tutto da chiarire…. È la deportazione in Calabria dei cani della B A S I L I C ATA , al massimo ribasso ma con un appalto da 3,2 milioni di euro. È poi l’Italia di SOMMA LOMBARDO e delle tigri rinchiuse al Dog’s Ground, un canile anche zoo…. nel varesino. È la GORNATE OLONA dei cuccioli importati dall’est, prigionieri prima e prigionieri dopo il sequestro, lasciati in balia del medesimo proprietario da una magistratura che ne impediva le uscite, le cure e le adozioni. Ne morivano 15, gli altri venivano lasciati nella rogna. È il canile di S. Lorenzo a PEGOGNAGA (Mantova), in cui non tornano i conti tra cani presenti e fatture e microchip. È il Friuli e il trasferimento dell’asl di cani e gatti di proprietà in un canile senza autorizzazioni. È l’Abruzzo di COLLELONGO e SANTE MARIE, per tetto l’eternit e l’acqua che diventa ghiaccio ,oggetto di un’ispezione della task force per prescrivere misure urgenti per la sopravvivenza dei cani. L’asl non sapeva? Non sapevano nulla della strana moria di cani anche a CREMONA, 6mila, inceneriti, e che arrivavano da tutta Italia. L’agghiacciante quadro della fabbrica del Tanax evidenziata da un veterinario forense ha sancito anche casi di morte forzata di cani tenuti legati pur di somministrare loro la morte. E guadagnare per ogni cane bruciato. L’Olocausto. È MONTICHIARI e la lettera del sottosegretario Martini alla Regione per il rispetto delle norme sull’allevamento nella multinazionale dei cani da vivisezione Greenhill. È l’Italia di Napoli e di Ponticelli, isola di legalità sfrattata a ripetizione dal Comune inadempiente che rinnega le promesse variando il piano regolatore. È intervenuta la task force per mediare dopo più di un decennio di latitanza sindacale. È sempre la Campania con ALTAVILLA e le ambigue sterilizzazioni non autorizzate dal ministero con le fascette elettriche. Poi, il sindaco prepara l’ordinanza per rimettere in libertà i cani del canile sulla strada. È la Sicilia di MODICA e SCICLI, della morte di un bimbo per cani che (forse) appartenevano ad un uomo privo di tutte le facoltà mentali ed economiche e che tuttavia era stato indicato dalla procura come idoneo a custodire i cani, idoneità della struttura giudicata positiva senza varcare la soglia anche dai veterinari asl. Sindaco rinviato a giudizio assieme a tecnici e vigili. E levata di scudi contro la Padania e il sottosegretario che aveva fermato, col Viminale, la mattanza dei cani decisa dall’ordinanza del sindaco inadempiente. Chi dimentica? È MESSINA e l’ispezione della task force nei locali dell’ex facoltà di Medicina. Tutto da rifare. Fascicolo aperto. È l’Italia di VILLACIDRO e il blocco del trasferimento senza ragione a un canile di Olbia. È la Puglia dei sindaci leccesi che manifestano la volontà di svuotare i canili facendo uscire i cani custoditi. È ARAGONA e anni di baracche zeppe di cani sulle spalle di un’ottantenne malata, situazione alla quale si sta venendo a capo dopo l’intervento ripetuto della task force. E’ FROSINONE e il sequestro di 70 cani di razza in un «contesto spaventosamente lordo», sequestrati e dopo 5 giorni restituiti alla stessa proprietaria da un altro magistrato. È MATERA e i cani rubati dai cinesi nei poderi per farne uso improprio. La Matera anche sgomberata dalla task force nei siti archeologici improvvisati a canile. È una pet therapy con animali esotici e di bassa corte ai quali segano ali e becchi per “curare” i pazienti. Il magistrato archivia. È VIGUZZOLO e le prescrizioni dimenticate nel cassetto dell’ssl e riscoperte dai nas. Altrimenti…ciccia? È l’Umbria di TUORO al Trasimeno, agriturismo e allevamento con cavalli sotterrati, eliminati perché inidonei all’agonismo; l’Umbria di TERNI con un fascicolo ancora aperto; l’Umbria del canile e gattile di FOLIGNO, ancora sotto inchiesta da parte della task force. È il caso di MAGIONE, con lo sgozzamento islamico del capretto sul terrazzo e i tempi lunghi per intervenire. È un assaggio di malitalia, la cura è la legge. s.piazzo@lapadania.net; (70 – continua)LA GIORNATA DELLA MEMORIA PER QUELL’AGNELLO SACRIFICALE Che differenza c’è tra un furgone che carica i malati di mente e l’uomo che li lascia senza cibo, né acqua, macerati per giorni nelle proprie feci, e un furgone che carica cani randagi, con meta finale, per entrambe, l’inceneritore ?La morte accomuna questi destini e la barbarie accomuna il comune denominatore che lega un olocausto umano alla distruzione degli esseri viventi: il disprezzo per la vita. La morale è che ciò che è improduttivo non ha valore legale né merita un dibattimento ma solo archiviazione e prescrizione dei termini. E dove si può, l’eliminazione fisica. Forse un giorno ci sarà anche la giornata della memoria per i cani, i gatti, i cavalli e altri animali vittime della crudeltà, chi morto infilzato da qualche parte per gioco, chi bruciato per diletto, chi trascinato da un’auto sino ad usura delle membra, chi avvelenato per brama di bava umana. Chi aperto su un tavolo per esperimenti. Chi costretto a ballare con l’anello al naso. Forse, è meglio morire subito passando per il camino. Non c’è pietà. I kapò sono ancora con noi. Gli animali sono i deportati del terzo millennio. Questa certezza greve accompagna tutti i giorni chi volge lo sguardo verso i loro occhi. Basta solo pescare ogni giorno nel mucchio per trovare la follia dell’uomo e l’ignavia della giustizia e scegliere un caso a caso. Non una condanna esemplare. Rarissime le risposte dai comuni e dalle asl. Italia paese dei lager, smascherato pezzo per pezzo dal volontariato, da la Padania, dalle associazioni che documentano la catena degli orrori, denunciato e ispezionato per merito di Francesca Martini e della sua task force ma l’Italia è e resta il paese dei lager animali, con il Sud capofila della barbarie e dell’inciviltà. Condanne? Si contano su una mano. (Stefania Piazzo) OLTRE AD ESSERE TROPPO FREQUENTEMENTE I PRIMI A IGNORARE LE LEGGI A TUTELA DEGLI ANIMALI IN GENERALE E DEL RANDAGISMO IN PARTICOLARE, SPESSO ANCHE CONNIVENTI CON STRUTTURE SPAVENTOSE SONO SINDACI, ASL VETERINARIE E POLIZIA MUNICIPALIZZATA ! ! ! LA PADANIA Viaggio nell’Italia bestiale di Stefania Piazzo SETTANTESIMA PUNTATA LAGER E INCIVILTÀ, LA MAPPA D’ITALIA Mafia, connivenze, ignoranza, è l’Italia dei canili. E non solo Canile abusivo di Poggiosannita (IS) - sequestro ottenuto dopo esposto “collettivo” nazionale proposto e organizzato da UGDA Sindacati ispettivi Sen.Cesarino Monti – Canili lager /Poggiosannita Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4 -05167 Atto n. 4 - 05167 Pubblicato il 17 maggio 2011 Seduta n. 552 MONTI - Al Ministro della salute. - Premesso che: pur essendo passati vent'anni dall'entrata in vigore della legge n. 281 del 1991 a prevenzione e tutela del randagismo, la situazione degli animali vaganti, cani ma anche gatti, in Italia non può dirsi certo risolta, anzi il fenomeno in alcune regioni ha avuto una crescita esponenziale divenendo una vera e propria piaga sociale; secondo stime autorevoli i cani randagi in Italia sono quasi 1.000.000 dei quali solo poco meno di 150.000 sono ospitati in canili attrezzati e a questo numero ogni anno si aggiungono i circa 45.000 cani degli abbandoni prevalentemente estivi; stando a quanto pubblicato dagli organi di stampa ("Il Tempo" marzo 2009), risulta che dove la legge a prevenzione e tutela del randagismo viene applicata (regioni del Nord Italia), il fenomeno è quasi totalmente debellato, mentre nelle regioni del Sud la mancata applicazione delle disposizioni legislative ha determinato una situazione assolutamente fuori controllo. Si evince dai dati pubblicati sulla stampa che nelle regioni meridionali, infatti, non vengono attuati i piani di prevenzione delle nascite, imposti dalla legge, attraverso le sterilizzazioni da parte dei servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali (ASL) a ciò preposti; quando tale situazione sfugge al controllo provocando problemi di enorme impatto sociale come la sicurezza sulle strade, il diffondersi di malattie, il pericolo di aggressioni di branchi incattiviti dalla fame, dall'incuria e troppo spesso anche dalle violenze umane, si assiste a un rimbalzo di responsabilità delle autorità preposte all'applicazione della legge, che spesso individuano nella soppressione dei cani, (vietata dalla normativa vigente) una soluzione al problema. Vi sono, ad esempio, alcuni amministratori locali che, trovandosi a dover fronteggiare sul proprio territorio questa emergenza, emettono ordinanze al limite del lecito, cosiddette "affama randagi", condannando i cani a morire di inedia. Altrettanto frequentemente alcuni cittadini si fanno giustizia da sé in modo cruento o con esche avvelenate facendo morire gli animali tra atroci sofferenze; la gestione locale del fenomeno del randagismo, anche nelle regioni dove la normativa nella parte dedicata alla prevenzione del fenomeno è correttamente applicata, manifesta gravi criticità in particolar modo nell'esercizio dei canili pubblici o convenzionati. Queste strutture sempre più spesso sono lasciate all'abbandono ed al degrado, tanto che per l'opinione pubblica sono dei veri e propri lager dove gli animali ospitati sono costretti a vivere in condizioni di estrema precarietà, spaventosamente denutriti, malati, piagati, terrorizzati. La mala gestione di queste strutture e la mancanza dei controlli sanitari, obbligatori per legge, fanno registrare un altissimo tasso di mortalità degli animali presenti; a fronte di questa situazione lo Stato e le Regioni stanziano milioni di euro per le sterilizzazioni, il mantenimento e la costruzione di canili/rifugi, cifre che risultano inversamente proporzionali allo stato di benessere e sussistenza dei cani e dei gatti come sancito dalla normativa vigente; la regione Puglia, ad esempio, detiene la maglia nera per il proliferare del randagismo, nonostante siano stati stanziati un milione di euro per il controllo e la tutela dei cani vaganti. Infatti, stando sempre ai dati riportati dalla stampa, nel territorio regionale gli animali randagi vengono stimati in numero superiore a 70.000 di cui il 50 per cento femmine non sterilizzate. L'associazione a tutela degli animali randagi, la CICTO (coalizione internazionale contro la tortura organizzata dei cani, che raggruppa in unica organizzazione 40 associazioni europee), ha presentato numerose denunce alla Procura della Repubblica per denunciare la cattiva gestione del fenomeno da parte della regione e degli amministratori locali pugliesi; in generale, il fenomeno del randagismo sembra sempre più essere divenuto un business per le organizzazioni criminali che speculano sugli appalti e la gestione dei canili pubblici o convenzionati; il contributo medio di 3 euro al giorno per ogni cane fa entrare nelle casse di un canile 1.095 euro annui. Se un canile ospita 400 cani (numero ampiamente superato nella maggior parte dei canili del Sud) la somma ammonta a 438.000 euro annui, l'interrogante chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo intenda fornire i dati reali del fenomeno del randagismo nel Paese divisi regione per regione, individuando le zone territoriali dove vi siano maggiori criticità; quali provvedimenti intenda adottare per garantire che i finanziamenti finalizzati al contrasto del randagismo non siano preda di speculazione da parte delle organizzazioni criminali, attivando, nell'ambito delle proprie competenze, un monitoraggio della situazione attuale con l'obiettivo di rimuovere le evidenti criticità al fine, da un lato, di contrastare la crescita esponenziale del fenomeno a garanzia della sicurezza dei cittadini e, dall'altro, di salvaguardare la tutela e la salute degli animali nel Paese. Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06880 Atto n. 4-06880 Pubblicato il 15 febbraio 2012 Seduta n. 675 MONTI Cesarino - Ai Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della giustizia. - Premesso che: la situazione delle scandalose condizioni dei cani nel rifugio abusivo di Poggio Sannita (Isernia) è stata, per diversi anni, oggetto di attenzione da parte di numerosi cittadini, impegnati nella tutela dei diritti degli animali, che in vario modo hanno ripetutamente inviato aiuti di ogni genere ai cani in difficoltà senza, però, aver assistito ad un minimo miglioramento delle loro condizioni di vita; nei primi giorni di dicembre 2010 fu pubblicato nel web un album intitolato "La villa dei cani morti viventi", con fotografie terribili di cani in pessime condizioni di salute e di denutrizione. Tale album suscitò l'indignazione di una moltitudine di cittadini che, coordinati dal comitato nazionale UGDA (Ufficio garante degli animali) al quale si erano rivolti, si attivarono con esposti depositati presso diverse Procure sul territorio nazionale; in seguito alla diffusione della notizia di una tale mobilitazione generale, riportata anche da numerosi mezzi di informazione del Molise, una consigliera del Comune di Poggio sannita denunciò a mezzo stampa, prima in forma anonima e successivamente a proprio nome, anche un vero e proprio cimitero di ossa nel terreno circostante la "villa dei cani morti viventi", con una stima di centinaia di cani sepolti e di un rilevante disastro ambientale; sempre nel mese di dicembre 2010, Edoardo Stoppa, di "Striscia la Notizia", fece alcune riprese che andarono in onda in due spezzoni; in data 20 gennaio 2011, per iniziativa del Ministero della salute, ci fu un blitz che determinò il sequestro amministrativo sanitario della struttura abusiva e fu nominato un referente per il randagismo nella regione, nella persona del dottor Claudio Di Ludovico; in seguito fu emessa un'ordinanza sindacale che proibiva al gestore di introdurre altri cani e obbligava a rispettare il piano concordato con il comitato nazionale UGDA per svuotare la struttura abusiva dal maggior numero di cani nel minor tempo possibile; nel piano di rientro dal debito sanitario della Regione Molise fu inserita la condizione che si superassero tutte le criticità dei canili lager ancora attivi sul territorio regionale e, tra questi, la cosiddetta villa dei cani morti viventi; nonostante le ripetute proteste del comitato, ai cani sotto sequestro furono applicati i microchip a nome del gestore della struttura, che in seguito continuò a opporre resistenza al piano di svuotamento, non permettendo al dottor Di Ludovico e al comitato UGDA di prelevare i cani per le cure, le sterilizzazioni e le numerose richieste di adozioni giunte nel momento di massima visibilità dell'emergenza; dal dicembre 2010 i cani di Poggio Sannita continuano ad essere sfamati, solo per dovere morale e civile e non per un obbligo legale, unicamente dal comitato UGDA, con il contributo dei propri soci, di cittadini e di associazioni impegnate anche a garantire le loro adozioni; attualmente l'associazione non ha più fondi per sfamare i cani intestati a chi gestiva la struttura abusiva che, quindi, avrebbe l'obbligo della loro cura e del loro mantenimento, ma che, invece, non ha mai provveduto ad un adeguato stato di benessere e sussistenza degli animali, si chiede di sapere: per quale motivo ai cani di una struttura abusiva posta sotto sequestro amministrativo sanitario siano stati applicati i microchip a nome dei gestori e non del sindaco, nonostante l'impegno assunto da UGDA e da altre associazioni a svuotare la struttura e la disponibilità a collaborare, a tal fine, con il primo cittadino, e chi abbia dato tale ordine; se risulti al Governo l'ammontare dei fondi stanziati dal bilancio della Regione Molise per il randagismo e in quale modo vengano utilizzati, considerato che la situazione del randagismo nella regione è totalmente fuori controllo; quali siano e a chi siano imputabili le responsabilità che negli anni hanno portato all'emergenza di Poggio Sannita. Competenze e responsabilità Sindaci e ASL veterinarie sono i primi responsabili degli orrori dei canili lager a volte per insensibilità e ignoranza delle leggi, ma molto più frequentemente, come sopra dimostrato, per lucro e connivenze che portano i primi a utilizzare in modo improprio il denaro dei contribuenti destinato alla prevenzione e alla tutela del randagismo e le seconde a certificare uno stato di “benessere e sussistenza” dei cani, ma anche dei gatti delle strutture, non rispondente allo stato reale di sofferenza degli animali. A ciò si aggiunge diffusamente anche l’ignoranza delle leggi a tutela degli animali e il lassismo di certi comandi di polizia municipalizzata che non affiancano, ma anzi scoraggiano o ,peggio ancora, vessano il cittadino determinato a segnalare e denunciare ! Valutazioni legali AVV. GIULIA OMBRETTA BAMONTE IL CITTADINO ANIMALE! “ GLI ANIMALI SONO INDIFESI: E’ DOVERE ISTITUZIONALE E SOCIALE TUTELARLI !!” Nelle case 44 milioni di amici In Italia gli animali domestici sono circa 44 milioni, secondo un’indagine dell’Eurispes. Guidano la classifica i pesci d’acquario che si calcola siano circa 15 milioni e 800 mila. Seguono gli uccelli che sono 12 milioni e 100 mila, poi i gatti che sono 7 milioni e 400 mila e infine i cani che raggiungono quota 6 milioni e 900 mila. Moltissimi anche i roditori, 500 mila circa, mentre un altro milione e 400 mila e' rappresentato da altri animali. • 44 milioni gli animali nelle case degli italiani • 35% le famiglie che ospitano cani e gatti • Decine di migliaia gli animali abbandonati ogni anno • 2 milioni i randagi • 4mila incidenti stradali causati dai randagi Per gli organizzatori di combattimenti tra animali: • reclusione da 1 a 3 anni e multa fino a 160.000 euro per gli scommettitori; • reclusione da 3 mesi a 2 anni e multa fino a 30.000 euro. Inasprite da un terzo alla metà le pene previste per chi organizza spettacoli che comportino sofferenze per gli animali. Diviene sempre più importante ridefinire globalmente questo forte rapporto uomo- animale riducendo la discrasia tra il dettato normativo e la loro CONCRETA applicabilità da parte di tutte le parti coinvolte. Sicuramente Ci sono stati a livello normativo momenti molto importanti per l’evoluzione zooantropologica nel nostro Paese. In Italia vigono delle normative, anche in recepimento di quelle Europee, che : " sanzionano penalmente qualsiasi comportamento lesivo del benessere animale e che dopo il recupero di qualsiasi cane sul territorio vanno verificate le sue condizioni sanitarie, poste in atto le adeguate terapie se l'animale e' malato e, ogni qual volta possibile, favorita l'adozione". Sono stati sanciti e riconosciuti alcuni precisi diritti di tutela e compiti istituzionali, ne riportiamo per brevità solo alcuni, quali : RATIFICATA ANCHE DA PARTE DELL’ITALIA DELLA CONVENZIONE EUROPEA PER LA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA . LEGGE ENTRATA IN VIGORE IL 04/12/2010. legge 281/91 randagismo: Principi generali 1. Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente. e Maltrattamento degli animali: legge 189/04 che RICONOSCE GLI ANIMALI SOGGETTI DI DIRITTO!!! "TITOLO IX-BIS - DEI DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO PER GLI ANIMALI Art. 544-bis. - (Uccisione di animali). - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi. Art. 544-ter. - (Maltrattamento di animali). - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. "Art. 727. - (Abbandono di animali). - Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze". Legge quadro randagismo Legge quadro n° 281 del 14 agosto 1991 in materia di "Animali di affezione e prevenzione del randagismo" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 30 agosto 1991 Fondi per la prevenzione e lotta al randagismo Ministero della Salute - Decreto 13 maggio 2005 "Determinazione dei criteri per la ripartizione dei fondi per la prevenzione e lotta al randagismo, previsti dalla legge del 29 dicembre 2003, n. 376" pubblicato sulla GU n. 169 del 22-7-2005 Identificazione e registrazione popolazione canina Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali - "Ordinanza 6 agosto 2008 Ordinanza contingibile ed urgente concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20-8-2008 Ordinanza 16 luglio 2009: tutela e il benessere degli animali di affezione “Ordinanza contingibile ed urgente recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione anche in applicazione degli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. (09A10570)” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 207 del 7 settembre 2009 Ordinanza 21 luglio 2009: manifestazioni con impiego di equidi “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati. (09A10569) ” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 207 del 7 settembre 2009 Maltrattamento degli animali: legge 189/04 Legge n. 189 del 20 Luglio 2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali nonchè di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate" Coordinamento forze dell'ordine contro i maltrattamenti Ministero dell'Interno Decreto 23 marzo 2007 "Individuazione delle modalita' di coordinamento delle attivita' delle Forze di polizia e dei Corpi di polizia municipale e provinciale, allo scopo di prevenire e contrastare gli illeciti penali commessi nei confronti di animali" pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 104 del 7-5-2007 Maltrattamenti e funzioni di PG: nota del Ministero dell'Interno n. 1795 del 15 Ottobre 2005 La vigilanza sul maltrattamento degli animali da affezioni spetta anche alle Guardie Volontarie ai sensi della Legge n. 189/2004. E per questa particolare attività gli operatori onorari possono avvalersi della qualifica di Agente e Ufficiale di Polizia Giudiziaria Enti destinatari di animali sequestrati Ministero della Salute - Decreto 2 novembre 2006 "Individuazione delle associazioni e degli enti affidatari di animali oggetto di provvedimento di sequestro o di confisca, nonché determinazione dei criteri di riparto delle entrate derivanti dall'applicazione di sanzioni pecuniarie" pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 19 del 24-1-2007 Decreto legislativo 151/07 trasporto animali Decreto legislativo 25 luglio 2007, n. 151 "Disposizioni sanzionatorie per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 212 del 12-9-2007. Entrata in vigore: 27/9/2007. Modifica ordinanza bocconi avvelenati Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali "Ordinanza 19 marzo 2009 Modifiche all'ordinanza 18 dicembre 2008 del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, recante norme sul divieto di utilizzo di detenzione di esche o di bocconi avvelenati" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4-4-2009 Ordinanza 2009: tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani Ordinanza 3 marzo 2009 "Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione dei cani" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 68 del 23 marzo 2009, INOLTRE 1. l’introduzione del microchip come unico sistema ufficiale di identificazione dei cani, a decorrere dal 1° gennaio 2005; 2. la creazione di una banca dati informatizzata, su base regionale o provinciale; 3. l’attivazione di una banca dati nazionale istituita presso il Ministero della salute (anagrafe canina nazionale), alla quale confluiscono i dati delle anagrafi regionali. Tale sistema nazionale consente la restituzione al proprietario degli animali che si sono perduti, il monitoraggio della popolazione canina e del rilascio dei passaporti, concorrendo così a ridurre i cani vaganti e prevenire il fenomeno degli abbandoni. Giuridicamente i canili sono passati da un compito di emergenza ad una funzione non solo di asilo per i cani randagi, di controllo epidemiologico, ma più globalmente a rappresentare una risposta ad una esigenza territoriale che implementi il più possibile i rapporti con il consesso civile, che assolva compiti educativi, sociali, favorisca le adozioni. Deposta la logica detentiva, il Canile DEVE AVERE: le caratteristiche tipiche dell’ architettura sociale/urbana ; la funzione di realizzare un ambiente confortevole, assicurando il benessere per gli animali ospitati e per le persone. Lo scopo di incentivare le adozioni; l’ottimizzazione dell’interazione tra Istituzioni e volontariato. Il modo per realizzare questi obiettivi deve tener conto di una serie composita di elementi che vanno resi sinergici e non antagonisti tra loro, tramite l’utilizzo di un’attenta analisi sia delle strategie, dei criteri da utilizzare e delle risorse, non solo finanziarie, da impiegare. Necessaria una visione programmatica d’insieme, i cui vari ambiti devono essere in grado di rendere continua la filiera di prevenzione all’abbandono, di mantenimento dei cani ospitati, di sovraffollamento, di adeguata ristrutturazione dei Canili stessi e di adozione degli animali ospitati. Il Compito riconosciuto normativamente al Canile ed al ruolo di tutte le parti coinvolte non è quello di fermarsi al ricovero dell’animale abbandonato, ma è quello di un ruolo strategico nel controllo del fenomeno del randagismo anche attraverso la dotazione di utili strumenti quali le asl veterinarie, gli ambulatori, le compagne di affido e di educazione al rapporto con il proprio cane, progetti d’informazione. Ma il Sistema nella pratica è carente e lento nel far rispettare il dettato normativo, forse perché la CULTURA non ha ancora focalizzato che gli Animali sono Esseri viventi e soggetti di diritto “IL CITTADINO ANIMALE” e consente, in buona fede, che Ancora sussistano realtà come quelle dei cosiddetti “CANILI LAGER” dove ancora si deve combattere per far applicare il reato di Maltrattamento, nonostante copiosi mezzi di prova a carico. Dove ANCORA a dispregio della LEGALITA’ si trae profitto dalla sofferenza di ESSERI VIVENTI GIURIDICAMENTE TUTELATI . Dove ANCORA Cani soffrono perché, oltre alle situazioni di carenze igieniche e strutturali assolutamente comuni, vengono privati del diritto ad un'esistenza concretamente corretta, nonostante i cospicui stanziamenti. Dove ANCORA Nessuno ha interesse a favorirne le adozioni, tanto meno un'esistenza almeno serena! L'approccio normativo italiano al randagismo incomincia ad essere anche innovativo, ma rimane carente nella sua applicazione effettuale, non ci vuole molto per scoprire , valutare l’anomalo rapporto costi-benefici raggiunti … il velo sulle sofferenze, gli sprechi, le inadempienze che caratterizzano questa ambito della società italiana. Ripensare ad un efficace sistema dei canili vuol dire evitare dalla base il sistema randagismo come ad esempio che il proprietario veramente identifichi il proprio animale e che le banche dati siano reali ed in reale comunicazione tra loro. COSTI : fonte Ministeriale conferma la necessità di linee programmatiche globali : “I cani randagi rendicontati dalle regioni e provincie autonome sono, secondo il Ministero quasi 600.000. I cani randagi censiti dalle aziende sanitarie secondo fonti ministeriali sono 92.882 ma mancano i dati di alcune delle Regioni tra le più interessate dal fenomeno. Ad un costo di mantenimento giornaliero di 2,5 euro abbiamo una spesa di 84.862.500,00 euro, molti comuni registrano una spesa di 1000,00 euro anno per cane. A questi vanno aggiunti i costi di cattura, canile sanitario per almeno 10 giorni, identificazione, farmaci per profilassi e terapie, personale veterinario pubblico ( lo stipendio del quale pubblicato ex legge Brunetta sulla trasparenza della pubblica amministrazione in ogni azienda sanitaria varia dagli 80mila ai 150mila euro anno). Se aggiungiamo al mantenimento di quelli catturati (un quinto degli stimati) i costi derivanti dai danni che provocano in generale, sempre da fonte ministeriale, la spesa si aggira facilmente sul miliardo di euro all'anno, senza considerare (il ministero non lo considera) il costo di danno d'immagine ed i suoi riflessi sul turismo e l'economia. A questi costi andranno aggiunti quelli derivanti dall'obbligo di assistenza per animali (domestici, da reddito e di specie protette) contemplato dal nuovo codice della strada. Questi dati sono riferiti ai cani. Non sono rendicontati i gatti ospiti dei rifugi e comunque a carico dei cittadini “ Finanziamento opere pubbliche Il Ministero della salute, Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, vista la disponibilità del fondo previsto dalla Legge 29 dicembre 2003, n. 376 "Finanziamento di interventi di opere pubbliche", ha ritenuto opportuno ripartire tale fondo adottando i criteri previsti dal Decreto Ministeriale 13 maggio 2005 “Determinazione dei criteri per la ripartizione dei fondi per la prevenzione e lotta al randagismo” per la equa ripartizione tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. La consistenza economica della legge 29 dicembre 2003, n. 376 è di euro 9.000.000,00 di cui euro 6.000.000,00 per l’anno 2004 ed euro 3.000.000,00 per l'anno 2005. CONTRIBUTI EROGATI Regioni del Nord euro 3.220.000 35,77 % Regioni del Centro euro 2.980.000 33,11% Regioni del Sud e Isole euro 2.800.000 31,11% In base all’articolo 1, comma 2, del decreto ministeriale del 2005 sono da attribuire contributi per: strutture di rifugio per cani randagi; strutture per la sterilizzazione di cani e gatti; centri di adozione e di rieducazione comportamentale canina. Sono pervenute numerose richieste: Domande pervenute n. 250 Domande accolte n. 208 Domande non accolte n. 42 L’esigenza di effettuare una equa ripartizione del finanziamento tra le Regioni non ha consentito l’accoglimento di tutte le richieste, in particolare non sono state accolte le domande che risultano esuberanti rispetto alle altre richieste regionali. In base all’articolo 3, comma 2 del decreto saranno da attribuire in via prioritaria: progetti che prevedano il coinvolgimento di più enti e/o associazioni; progetti che prevedano strutture in rete (strutture multizonali); progetti articolati che contemplino allo stesso tempo lo sviluppo di piano di sterilizzazione e di adozione. Sono state accolte tutte le richieste pari o inferiori a euro 30.000. Sono state accolte tutte le richieste delle Comunità Montane e delle Unioni dei Comuni ai quali è stata data preferenza anche relativamente alla consistenza del contributo. Sono state prevalentemente accolte le richieste provenienti da pubblica amministrazione: Comuni, Province e Regioni, poi quelle di alcuni Enti protezionistici. Le domande accolte, alle quali sono state apportate adeguate riduzioni in relazione alla disponibilità del fondo, sono state suddivise per Regioni e Province Autonome nel cui ambito territoriale insiste l’attività Fondo per la lotta all'abbandono Ogni anno, a partire dall’anno finanziario 1991, il Ministero ripartisce il fondo per la tutela del benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia istituito dalla legge 14 agosto 1991, n. 281. Tale ripartizione è stata effettuata per ogni Regione e Provincia autonoma in base ai criteri stabiliti dal Decreto Ministeriale del 29 dicembre 1992: il 42% della disponibilità in base al numero dei cani e dei gatti di proprietà; il 33% della disponibilità in base numero dei cani e dei gatti randagi; il 25% della disponibilità in base al numero degli abitanti delle regioni e province autonome. I dati sul randagismo sono forniti annualmente dalle Regioni su richiesta del Ministero. Quelli relativi all’anno 2008, sono pubblicati sul sito alla pagina Dati regionali sul randagismo. I fondi stanziati dal 2005 al 2008 sono Anno Fondo 2005 € 4.271.578,00 2006 € 3.998.000,00 2007 € 4.986.000,00 2008 € 3.086.085,11 A partire dal 2008 sono stati modificati con Decreto ministeriale 6 maggio 2008 i criteri di ripartizione del fondo: il 40% viene ripartito in quote di pari entità tra le Regioni sulla base dell'attivazione della banca dati regionale dell'anagrafe canina in riferimento alla consultabilità per via telematica. Per la Regione Trentino Alto Adige, la ripartizione delle quote spettanti sarà attribuita, per un pari importo, alle province autonome di Trento e Bolzano; il 30% viene ripartito tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in base alla consistenza della popolazione dei cani e dei gatti con riferimento al numero di ingressi nei canili sanitari e nei gattili; il 30% viene ripartito tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in base alla popolazione umana. Il Ministero individua le quote di ripartizione. Le Regioni e le Province autonome devono individuare, nell'ambito della programmazione regionale, le priorità di intervento elaborando il piano operativo di prevenzione del randagismo. Nella programmazione devono dare, come previsto dalla legge finanziaria 2007, priorità ai piani di controllo delle nascite destinando una quota non inferiore al 60% delle risorse alle sterilizzazioni, dove necessario, ovvero ad altre iniziative intese a prevenire il fenomeno del randagismo. Le Regioni inviano successivamente al Ministero una relazione sull'attività svolta. Dati regionali sul randagismo Le regioni sono tenute, sentite le associazioni animaliste, protezioniste e venatorie, che operano in ambito regionale, ad adottare un programma di prevenzione del randagismo. Il programma deve prevedere interventi di informazione, anche nelle scuole, e corsi di formazione per chi opera nei servizi veterinari. Lo Stato, da parte sua, ha istituito, con la la legge 14 agosto 1991 n. 281, un fondo per la tutela del benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia. Le disponibilità del fondo vengono ripartite dal Ministro, con proprio decreto, annualmente tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Per i criteri di ripartizione consulta in questa sezione la pagina Fondo per la lotta all'abbandono. A tal fine le regioni trasmettono ogni anno al Ministero i dati relativi a: numero di ingressi di cani nell’anno nei canili sanitari e al numero di gatti sterilizzati nell’anno dal Servizio Sanitario Nazionale. Regioni e Province Autonome Attivazione banca dati telematica Ingressi di cani nei canili sanitari Sterilizzazioni di gatti Popolazione umana residente (fonte ISTAT) Abruzzo si 2.995 1.339 1.338.898 Basilicata si 1.387 191 588.879 Calabria si 0 0 2.009.330 Campania si 12.145 3.333 5.824.662 Emilia Romagna si 5.577 7.993 4.377.435 Friuli Venezia Giulia si 2.238 1.786 1.234.079 Lazio si 7.908 6.943 5.681.868 Liguria si 1.986 2.183 1.615.986 Lombardia si 13.230 7.163 9.826.141 Marche si 2.890 4.502 1.577.676 Molise si 523 142 320.229 Piemonte si 8.612 989 4.446.230 Provincia A. Trento si 7.410 630 4.084.035 Provincia A Bolzano si 2.859 153 1.672.404 Puglia si 7.868 873 5.042.992 Sardegna si 2.859 153 1.672.404 Sicilia si 7.868 873 5.042.992 Toscana si 6.701 8.433 3.730.130 Umbria si 1.451 2.137 900.790 Valle d'Aosta si 346 396 127.866 Veneto si 9.523 9.791 4.912.438 Totale 19 95.648 58.977 59.312.068 Data ultimo aggiornamento:giugno 2011 Fonte: I dati fanno riferimento all'anno 2009 e sono stati trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute entro dicembre 2009 per la ripartizione dell’anno finanziario 2010 I destinatari degli obblighi di Tutela, di vigilanza, di controllo, di fare: le leggi vigenti in materia impongono svariati Obblighi e responsabilità in litisconsorzio tra loro ai Presidenti di Regione, Provincia, assessori alla Sanità, con specifiche deleghe, proprietari, gestori o chiunque a vario titolo sia collegato con l’attività dei Canili, Veterinari Pubblici, associazioni. Servizio veterinario H24, Sindaci, . in litisconsorzio con Consiglieri Comunali, Assessori ed Asl Vaterinaria etc competenti per territorio … secondo quanto disposto dalle normative vigenti. Tra i tanti vi e' l'obbligo di applicare il microchip a tutti cani e quello di identificare e registrare in anagrafe i cani rinvenuti o catturati sul territorio e quelli ospitati nei rifugi e nelle strutture convenzionate, di vigilare sul benessere degli animali presenti nelle strutture ma non solo, principalmente trovare alternative al ricovero in canile. La nostra è una semplice valutazione diretta delle cose, che mettiamo a disposizione delle Vs. professionalità, sensibilità e senso di Giustizia … la VERA realtà non è quella sancita dal disposto normativo ma quella che Vi abbiamo mostrato, quella che può riscontrasi facilmente ovunque, anche sul web. Il Canile deve divenire anche nel “Sentire comune” come un luogo di transito e non di arrivo dell’animale abbandonato. Solo dopo essere entrati nel Mondo dei CANILI, nelle GABBIE, FORSE, allora,si potrà parlare veramente di Rispetto degli Esseri VIVENTI! AVV.GIULIA OMBRETTA BAMONTE Richieste UGDA -INASPRIMENTO DELLE SANZIONI PECUNIARIE E PENALI PER SINDACI E ASL VETERINARIE -MESSA IN MORA DEI SINDACI SUL CUI TERRITORIO SIANO STATI RISCONTRATI CANILI “LAGER” -PROGRAMMA DI STERILIZZAZIONE OLTRE CHE DEI CANI RANDAGI PRESENTI SUL TERRITORIO ANCHE DI QUELLI DETENUTI NEI CANILI; .RISTRUTTURAZIONE O COSTRUZIONE DI NUOVI CANILI A NORMA DI LEGGE E CHIUSURA DI QUELLI NON A NORMA;I CANILI DEVONO POTER ACCOGLIERE UN MASSIMO DI 300 UNITA’ -CHE I GESTORI DEI CANILI PRESENTINO CERIFICATO DI CARICHI PENDENTI, CHE ABBIANO UNA SPECIFICA FORMAZIONE NELLA GESTIONE ANCHE AMMINISTRATIVA (ES. DIRETTORE DI COMUNITA’) -I CANILI DOVREBBERO ESSERE LUOGHI DI STALLO TRANSITORIO E I FINANZIAMENTI DOVREBBERO ESSERE CONFERITI SOLO IN PROPORZIONE AL BENESSERE DEGLI ANIMALI E SOLO CON COMPROVATA DIMINUZIONE DELLE NASCITE IN CASO CONTRARIO DOVREBBE VENIR MENO IL DIRITTO AI FINANZIAMENTI ! .I CANILI SOVVENZIONATI CON IL DENARO PUBBLICO DOVREBBERO ESSERE INTERAMENTE GESTITI DAL COMUNE E DA PIU’ ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ACCREDITATE. TROPPO SPESSO VENGONO FONDATE ASSOCIAZIONI AD HOC PER LA GESTIONE DEI CANILI E DEI FONDI AD ESSI DESTINATI ! UNA COOPERATICA DI ASSOCIAZIONI PORTA INEVITABILMENTE MAGGIOR CONTROLLO .OBBLIGO PER I SINDACI DI COLLABORARE CON ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER PROMUOVERE ADOZIONI, PER CONTROLLARE E CERTIFICARE PERIODICAMENTE LA QUALITA’ DELLA VITA DEGLI ANIMALI ALL’INTERNO DEL CANILE ANCHE ATTRAVERSO VETERINARI PRIVATI -CHE ALLE ASSOCIAZIONI SIA GARANTITO L’INGRESSO SENZA PREAVVISO ANCHE NELLE STRUTTURE PRIVATE E CHE TUTTI I CANILI PUBBLICI O PRIVATI ABBIANO OBBLIGO DI ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO. CI SONO CANILI DOVE NESSUNO RIESCE MAI A METTERE PIEDE…CALABRIA DOCET ! - INSERIMENTO NELLA LEGGE DELLA TASK FORCE DEL MINISTERO DELLA SALUTE A TUTELA DEGLI ANIMALI IN FORMA PERMANENTE ! CHE ESSA SIA AFFIANCATA DA SERIE ASSOCIAZIONI COME REFERENTI SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE .LA TASK FORCE E’ L’ UNICO RIFERIMENTO PER CITTADINI E ASSOCIAZIONI - UNA COMMISSIONE PERMANENTE DI CONSULTAZIONE PER LE MATERIE AVENTI COME OGGETTO ANIMALI E AMBIENTE CON LA PRESENZA TRIENNALE DI RAPPRESENTANTI QUALIFICATI IN OGNI AMBITO DEL SETTORE. STRUTTURE SEQUESTRATE PER MALTRATTAMENTO: -MAI RIAFFIDARE GLI ANIMALI AL GESTORE INDAGATO PER MALTRATTAMENTO E PROIBIRE CHE LA STRUTTURA VENGA AFFIDATA O INTESTATA A FIGLI, PARENTI E AFFINI DEL GESTORE E CHE IL MEDESIMO PAGHI DI TASCA PROPRIA, RIFONDENDO LE SOMME SPESE PER LE CURE AGLI ANIMALI CHE ESCONO DAL SUO LAGER -CHE IL GOVERNO IN QUESTI CASI PERSEGUA PENALMENTE I GESTORI E SI COSTITUISCA PARTE CIVILE PER RICHIEDERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI SUBITI PER SPERPERO DI DENARO PUBBLICO - CHE IL GOVERNO OGNIQUALVOLTA VENGA RISCONTRATO UN CANILE LAGER VERIFICHI, TRAMITE LA CORTE DEI CONTI CHE UTILIZZO ABBIA FATTO IL SINDACO DEI FONDI DESTINATI AL RANDAGISMO EVENTUALMENTE PERCEPITI O, NEL CASO NON NE AVESSE FATTO RICHIESTA ALLA REGIONE, IN CHE MODO ABBIA RITENUTO DI POTER MANTENERE GLI ANIMALI NELLO STATO DI “BENESSERE E SUSSISTENZA” PREVISTI DALLA LEGGE ! -CHE IL GOVERNO VERIFICHI, TRAMITE LA CORTE DEI CONTI, CHE UTILIZZO FACCIANO LE REGIONI DEI FONDI DESTINATI AL RANDAGISMO PER I QUALI NON SIA STATA FATTA RICHIESTA DA PARTE DEI SINDACI IN OGGETTO CONCLUSIONE: CHI CONTROLLA IL “CONTROLLORE”? PROPOSTA UGDA Senza un adeguato organo di controllo sindaci ASL continueranno ad essere i “padroni assoluti” della vita e della morte di troppi animali, cani e gatti, i cui diritti sono riconosciuti dal trattato di Amburgo e dal trattato di Lisbona in quanto “esseri senzienti” e tutelati dalle leggi italiane(281/91 e 189/2004) La mancata o la non corretta applicazione della legge 281/91, oltre a determinare condizioni degli animali non degne neppure di un paese da quarto mondo, porterà il numero di randagi a crescere in maniera esponenziale soprattutto in determinate aree d’Italia ad altissima criticità dove già in alcuni paesi il numero degli animali vaganti sta per superare quello dei cittadini .Tale aumento giova solo a chi del randagismo fa un business poiché offre fonte di “materia prima inesauribile” con cui sostituire gli animali deceduti troppo spesso senza cure e tra atroci sofferenze, per continuare a percepire sovvenzioni regionali e statali destinate alla cura e alla prevenzione del randagismo, ma per esso non utilizzate ! I “santi” volontari sopperiscono con mezzi propri alle inadempienze di sindaci e ASL, spesso protervi e arroganti, portando cure e cibo agli animali e quasi sempre non denunciano per paura che venga loro negato l’accesso ai canili dove prestano l’opera ! Un ricatto, questo, costantemente attuato da chi ha molto da nascondere , ma sa di rimanere impunito facendo leva sul sentimento dei volontari per gli animali da loro accuditi. A volte il sequestro, inoltre, risulta essere una cura ancora peggiore del male in quanto gli animali vengono lasciati a se stessi, spesso a morire di fame perché l’accesso dei volontari alla struttura sequestrata diviene ancora più problematica per via della burocrazia… Andare a colpire i veri responsabili della piaga del randagismo e della sofferenza degli animali nelle strutture, non solo produrrebbe il risultato nell’intento della legge 281/91, ma ottimizzerebbe l’utilizzo del denaro pubblico stanziato da Stato e Regioni a tale scopo senza previsioni di aumento di spesa considerato il momento non roseo per le finanze del nostro Paese, che, comunque, annovera ben l’80% di cittadini che amano gli animali e che, grazie a internet e al social network, sono sempre più a conoscenza della vergognosa realtà di troppi canili italiani e che ad essa si ribellano chiedendo a gran voce un intervento politico e istituzionale ! Come primo passo per controllare il “controllore” UGDA propone il censimento di tutti i cani presenti nelle strutture pubbliche e private ad opera di guardie eco zoofile volontarie, accompagnate dalle forze dell’ordine e senza preavviso, provenienti da territori diversi da quelli delle strutture da ispezionare e l’istituzione a tutti i livelli, nazionale, regionale, provinciale e comunale del Garante dei Diritti degli Animali Domestici come previsto da diversi disegni di legge giacenti in Parlamento e come prospettato dal sottosegretario on. Cardinale. I cittadini chiedono a gran voce UNA figura NON politica, il CUI ruolO sia ricoperto da volontari di comprovata e datata attività a favore dei diritti degli animali. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano sentitamente -gli onorevoli che ci hanno ricevuto offrendoci questa preziosa opportunita’ di portare alla loro attenzione l’orrore perché se ne facciano portavoce presso il Parlamento -l’associazione Chiliamacisegua e i volontari per il materiale fornito, soprattutto fotografico - i giornalisti che si occupano del problema e che conducono questa battaglia da anni - gli avvocati UGDA Giulia Bamonte, Anna Maria dell’Armi e Loretta Fè Garosi per le valutazioni legali - l’opinionista Mauro Munari per l’informazione - tutti i soci, gli amici e i sostenitori UGDA che con costante, affettuosa presenza ci affiancano e incoraggiano in queste nostre battaglie di civiltà e che oggi, 28 marzo 2012, siamo qui a rappresentare -infine, ma non certo ultimo per importanza, l’ “esercito” dei “santi” volontari che quotidianamente, con enorme sofferenza dell’anima e del cuore, vivono in prima persona queste terribili realtà e che, con indicibile fatica e a spese proprie, sopperiscono alle colpevoli mancanze di sindaci e ASL veterinarie. Un grazie particolare alla nostra vicepresidente Annalisa De Luca Cardillo in rappresentanza di tutta la categoria Paola Suà Presidente Comitato Nazionale UGDA Sede Legale c/o Studio Legale DELL’ARMI Via Appia Nuova, 270 00183 ROMA Tel. 3381212512 Indirizzo e-mail: ufficio.garante@gmail.com Sito web : www.comitatougda.it

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